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Fino a che punto si possono ritoccare le foto ?
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neldot
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MessaggioInviato: Mar 05 Apr, 2011 8:56 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

A pensarci bene, se la fotografia non fosse sempre capace di mentire, o meglio capace di quella menzogna più sottile ma non meno pericolosa che è costituita dal guidare l'osservatore, attraverso una serie di scelte del fotografo, verso quella porzione di realtà che il fotografo vuole che si veda, non esisterebbero neanche le foto artistiche, le foto che emozionano, che trasmettono concetti. Sarebbe tutto piattume meramente documentaristico.

Ma (per fortuna, aggiungo io) la foto, come tutti gli strumenti di rappresentazione della realtà, è capace di mentire. L'importante è saperlo...

Attenzione, il fatto che sia capace di mentire non vuol dire che menta sempre, ma che, in quanto capace di mentire, non possa essere considerata mai una emanazione diretta della realtà.

Scrive il saggista Michele Smargiassi: " La fotografia ha sempre mentito perchè non può fare altro. Perchè il processo di trasposizione della realtà in un'immagine bidimensionale glielo impone, perchè la sua fabbricazione richiede una lunga catena di scelte, ognuna delle quali ne modifica la trama ed il senso".

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neldot
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MessaggioInviato: Mar 05 Apr, 2011 9:04 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

x Mike1964

Anche la tua foto è frutto di una serie di scelte che tu hai posto in essere, magari in modo inconscio, ma che alla fine danno non "la rappresentazione della realtà", ma "la tua rappresentazione della realtà".

Pensa se ci fosse stato un altro fotografo che inquadrava atteggiamenti buffi o poco spontanei o volgari delle persone coinvolte nell'evento, magari con un lungo tele.

Anche il senso delle immagini e la rappresentazione dell'evento sarebbero state completamente stravolte, pur avvenendo nello stesso luogo ed allo stesso tempo e senza manipolazioni successive.

Il problema è che non esiste una sola realtà oggettiva, ma tante piccole realtà, ed il fotografo sceglie sempre, spesso inconsciamente, quali di queste evidenziare e quali no.

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mike1964
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MessaggioInviato: Mar 05 Apr, 2011 10:03 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

il signor mario ha scritto:
Che sia don Giustino lo diciamo noi, potrebbe essere una rappresentazione teatrale spacciata per un rito reale.


Si.

Ma sempre pelato sarebbe; e sempre gli occhiali ci sarebbero; e pure i jeans.

Poi, volendo, possiamo passare settimane, mesi e anni ad inventarci possibili ambientazioni e interpretazioni.

Ma il dato oggettivo su cui costruire tutte queste ambientazioni e interpretazioni resta.


Io sono francamente sbigottito; ma possibile che una cosa tanto semplice ed elementare incontri tanta difficoltà ad essere trasmessa?

Evidentemente debbo avere qualche problema di comunicazione: proprio non riesco ad esternare in maniera comprensibile una cosa tanto ovvia e semplice Boh?

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neldot
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MessaggioInviato: Mar 05 Apr, 2011 10:27 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

mike1964 ha scritto:
Si.

Ma sempre pelato sarebbe; e sempre gli occhiali ci sarebbero; e pure i jeans.

Poi, volendo, possiamo passare settimane, mesi e anni ad inventarci possibili ambientazioni e interpretazioni.

Ma il dato oggettivo su cui costruire tutte queste ambientazioni e interpretazioni resta.


Io sono francamente sbigottito; ma possibile che una cosa tanto semplice ed elementare incontri tanta difficoltà ad essere trasmessa?

Evidentemente debbo avere qualche problema di comunicazione: proprio non riesco ad esternare in maniera comprensibile una cosa tanto ovvia e semplice Boh?


Io non credo che ci sia alcun problema ad ammettere che la tua è, in questo momento, una foto documentaristica e che non abbia subito alcun intervento successivo. Smile

Il problema però nasce dal fatto che anche una foto documentaristica e senza interventi successivi può mentire, ed anche se non mente per scelta del fotografo, presenta comunque solo una delle possibili visioni soggettive della realtà, influenzata dalla personalità e dalle idee del fotografo, ma anche dagli strumenti culturali e di interpretazione condivisi in quel determinato periodo storico.

Per questo non rappresenta e non può rappresentare "la realtà oggettiva".

Ad esempio, tra duemila anni, con strumenti e conoscenze diverse dalle nostre, quale oggettività potrebbe avere la tua foto se venisse ritrovata dagli archeologi del futuro?
Usando un iperbole, magari si sarà persa la conoscenza dei riti della religione cattolica, magari si ritroverà solo un piccolo frammento della tua foto, ed allora ecco che, svincolata da parametri culturali di riferimento, come per magia potrà essere usata per ricostruire la realtà della nostra epoca con le ipotesi più improbabili, comprese alcune di quelle citate dal sig.Mario.

Certo ci sono aspetti che possono sembrare soggettivi, come il fatto che il prete è pelato. Ma tra duemila anni esisteranno ancora i preti? E la calvizie non sarà stata sconfitta dalla genetica? Ed ecco che anche quei riferimenti cessano di essere "oggettivi".

Quindi la tua foto, che oggi può essere considerata documentaristica, per la sua stessa natura di fotografia in futuro potrebbe non esserlo più, o almeno non nell'accezione in cui lo intendi tu. Wink

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mike1964
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MessaggioInviato: Mar 05 Apr, 2011 10:28 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

...un paio di domande semplici semplici, a cui prego di rispondere si o no:

-1) il signore a cui stanno lavando i piedi indossa dei jeans, si o no?

-2) il signore seduto a fianco ha degli occhiali sul naso, si o no?

-3) il signore chino a terra che sta lavando i piedi all'altro ha pochi capelli. si o no?

Non mi pare poi una cosa tanto complicata; se poi dobbiamo parlare di filosofia mettiamoci pure a discutere sul significato della foto e su quello che volete voi; ma è un discorso diverso da quello che volevo dire io.

In tutta onestà davvero non riesco a capire come si possa negare che una foto, non ritoccata, tra i vari contenuti e aspetti, ne abbia anche uno prettamente oggettivo e documentale.

Boh?

Boh?

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mike1964
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MessaggioInviato: Mar 05 Apr, 2011 10:47 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

neldot ha scritto:
Certo ci sono aspetti che possono sembrare soggettivi, come il fatto che il prete è pelato. Ma tra duemila anni esisteranno ancora i preti? E la calvizie non sarà stata sconfitta dalla genetica? Ed ecco che anche quei riferimenti cessano di essere "oggettivi".


Ma che c'entra?

Tra duemila anni si saranno persi i riferimenti culturali della calvizie; anzi, forse il genere umano non esisterà più e la foto sarà recuperata da un extraterrestre che non capirà assolutamente nulla di quel che rappresenta; ma vedrà sempre che c'era un tipo che aveva degli strani cosi con lenti trasparenti sul naso; e che un altro aveva pochi peli sulla testa.

Su questi dati di fatto farà tutte le ricostruzioni archeologiche che vuole (e che francamente non mi interessano).

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MessaggioInviato: Mer 06 Apr, 2011 12:59 am    Oggetto: Rispondi con citazione

mike1964 ha scritto:
......il ragazzo a cui stanno lavando i piedi...

?? non stava controllando la distorsione del poveraccio scivolato sull' acqua santa caduta per terra?
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il signor mario
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MessaggioInviato: Mer 06 Apr, 2011 6:23 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Mike che ci siano dei dati oggettivi in una foto di fatto è innegabile, il più banale di tutti? Ritrae esseri umani. Ma che sia completamente oggettiva e non "manipolabile" anche senza "manipolarla" è un'altra cosa. Potrebbe, ad esempio, essere utilizzata per dimostrare che molta gente va ancora a messa, ed ecco che una tua eventuale scelta, sto facendo un'ipotesi irreale, di fotografare la parte della chiesa dove la gente si è raccolta maggiormente invece del lato dove la maggior parte delle panche sono vuote di fatto manipolerebbe la realtà dandone un'interpretazione distorta; mi capita a volte di fotografare eventi tipo congressi, convegni... l'interesse degli organizzatori è mostrare che c'è molta gente presente, quasi una folla, manipolo la realtà in due modi: il primo faccio sedere tutti gli operatori in platea, e qui è la prima menzogna ma c'entra poco con la fotografia, poi inquadro facendo in modo di riprendere solo la zona dove c'è maggiore affollamento e i gioco è fatto. Ho ripreso una realtà "oggettiva", perché quelle persone ci sono davvero, ma ho manipolato la realtà, e non credere che questo giochetto sia cosa rara, pensa a tutte le uscite del berlusca, le riprese mostrano folle adoranti... ma sono realmente folle o poche decine di persone? Se sono folle perché inquadrano sempre con un campo molto stretto e mai l'intera piazza o strada?
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mike1964
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MessaggioInviato: Mer 06 Apr, 2011 7:27 am    Oggetto: Rispondi con citazione

il signor mario ha scritto:
Mike che ci siano dei dati oggettivi in una foto di fatto è innegabile


Meno male, cominciavo a credere di essere impazzito io.... Surprised Surprised Surprised



Citazione:
...il più banale di tutti? Ritrae esseri umani. Ma che sia completamente oggettiva e non "manipolabile" anche senza "manipolarla" è un'altra cosa. Potrebbe, ad esempio, essere utilizzata per dimostrare che molta gente va ancora a messa, ed ecco che una tua eventuale scelta, sto facendo un'ipotesi irreale, di fotografare la parte della chiesa dove la gente si è raccolta maggiormente invece del lato dove la maggior parte delle panche sono vuote di fatto manipolerebbe la realtà dandone un'interpretazione distorta; mi capita a volte di fotografare eventi tipo congressi, convegni... l'interesse degli organizzatori è mostrare che c'è molta gente presente, quasi una folla, manipolo la realtà in due modi: il primo faccio sedere tutti gli operatori in platea, e qui è la prima menzogna ma c'entra poco con la fotografia, poi inquadro facendo in modo di riprendere solo la zona dove c'è maggiore affollamento e i gioco è fatto. Ho ripreso una realtà "oggettiva", perché quelle persone ci sono davvero, ma ho manipolato la realtà, e non credere che questo giochetto sia cosa rara...


Questo è un altro discorso, ed è chiaro che sfondi una porta aperta; ma pure in questo caso il carattere di documentazione della foto resta; se il signore che stava all'ultima fila del convegno lo faccio venire in prima fila per dare l'impressione della folla altero la realtà, ma non altero il dato oggettivo tecnico della foto, perchè oggettivamente quando scatto la foto il tizio si trova in prima fila (non ce l'ho incollato col photoshop!); ci si trova davvero, fisicamente, anche se ce l'ho fatto sedere io, ed ha una cravatta a righe... se non lo avessi fatto accomodare in prima fila a bella posta, avrei una poltrona vuota; e la foto mi restituitrbbe una poltrona vuota, magari rivestita in pelle o con un orrendo tessuto a quadretti (e la foto me la restituirebbe porprio in pelle o a quadretti, com'è nella realtà che ho fotografato).

L'oggettività di cui parlo io è la oggettività tecnica, non quella morale.

Su questo spero ci siamo capiti... spaventato! spaventato! spaventato!

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AleZan
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MessaggioInviato: Mer 06 Apr, 2011 7:33 am    Oggetto: Rispondi con citazione

mike1964 ha scritto:
In tutta onestà davvero non riesco a capire come si possa negare che una foto, non ritoccata, tra i vari contenuti e aspetti, ne abbia anche uno prettamente oggettivo e documentale.

Mike, se diciamo che la macchina fotografica riproduce meccanicamente la realtà, cioè non aggiunge/toglie nulla a quel che c'è davanti all'obiettivo, allora siamo d'accordo.

Ma qui si parla di valore oggettivo, cioè di qualcosa che attiene alla verità. Questo è qualcosa in più, che possiamo concedere alla fotografia solo a patto di essere certi del corretto atteggiamento etico dell'"operatore umano".

Dal momento che l'"operatore umano" non può per sua natura avere un atteggiamento assolutamente neutrale (anche inconsapevolmente), allora io preferisco parlare di valore di testimonianza della fotografia. Come sarebbe testimonianza il resoconto di un giornalista sul giornale o quello del testimone di un fatto al processo.
Testimonianza perché alla fine la fotografia è un prodotto umano. Ha questo "difetto"... Oggettivo è l'osso di dinosauro che mi dice che un milione di anni fa quell'animale stava proprio sotto casa mia.

Se il problema fosse così semplice la Reuters (e ovviamente non solo loro) non avrebbe dovuto scrivere quel che ha scritto, e che spero vi siate andati a vedere nel mio post precedente.

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mike1964
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MessaggioInviato: Mer 06 Apr, 2011 7:40 am    Oggetto: Rispondi con citazione

AleZan ha scritto:
Mike, se diciamo che la macchina fotografica riproduce meccanicamente la realtà, cioè non aggiunge/toglie nulla a quel che c'è davanti all'obiettivo, allora siamo d'accordo.


E io questo volevo dire! Boing Finalmente qualcuno mi ha capito!!! Oh yeah! Oh yeah! Oh yeah!

Citazione:
Ma qui si parla di valore oggettivo, cioè di qualcosa che attiene alla verità. Questo è qualcosa in più, che possiamo concedere alla fotografia solo a patto di essere certi del corretto atteggiamento etico dell'"operatore umano".

Dal momento che l'"operatore umano" non può per sua natura avere un atteggiamento assolutamente neutrale (anche inconsapevolmente), allora io preferisco parlare di valore di testimonianza della fotografia. Come sarebbe testimonianza il resoconto di un giornalista sul giornale o quello del testimone di un fatto al processo.
Testimonianza perché alla fine la fotografia è un prodotto umano. Ha questo "difetto"... Oggettivo è l'osso di dinosauro che mi dice che un milione di anni fa quell'animale stava proprio sotto casa mia.


Su questo sono d'accordo pure io, è una cosa assolutamente scontata, come si fa ad essere contrari?

Però anche in questo caso, come spiegavo un paio di post fa, un certo elemento di oggettività tecnica rimane se la foto non viene manipolata materialmente, alterando ciò che è stato ripreso (ad esempio, se faccio scomparire la cravatta a righi, che invece c'era nella realtà ed era stata correttamente immortalata nel fotogramma...)

Smile

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il signor mario
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MessaggioInviato: Mer 06 Apr, 2011 8:25 am    Oggetto: Rispondi con citazione

AleZan ha scritto:
Mike, se diciamo che la macchina fotografica riproduce meccanicamente la realtà, cioè non aggiunge/toglie nulla a quel che c'è davanti all'obiettivo, allora siamo d'accordo.


Mica tanto!
Anzi è proprio qui che sta il falso della grande puttana! La fotografia toglie, altera e modifica la realtà sin dal momento dello scatto!
Toglie la tridimensionalità, inserisce la variazione di nitidezza a seconda dei piani focali, elimina il movimento, rinchiude la realtà, di per sé omnidirezionale, in una forma geometrica limitata e ben precisa, altera i colori, modifica la percezione luce/ombra...
E tutto questo lo fa da sola senza l'aiuto del fotografo, che se poi ci mette del suo... possiamo avere le scelte di esposizione che interpretano la realtà, la messa a fuoco selettiva, la profondità di campo più o meno accentuata...

Proviamo ad immaginare una situazione ben precisa in cui la possibile falsificazione della realtà è ridotta al minimo: la fotografia di arte, la fotografia di un quadro, uno scatto in cui ci sia solo la tela, ok?
Possiamo affermare che quella fotografia, pur realizzata perfettamente da fotografo eccelso, riproduce la realtà? Possiamo affermare che vedere "Giuditta decapita Oloferne" del Caravaggio sia la stessa cosa del guardarne la fotografia? Se ritenessimo che la fotografia riproduce fedelmente la realtà saremmo costretti a dire che non vi è alcuna differenza fino al paradosso di affermare che la fotografia di "Giuditta decapita Oloferne" e il quadro stesso sono la stessa cosa. In realtà, anche in questo semplice esempio, la fotografia ha tolto molto al quadro fosse anche solo la differente riflessione della luce sulla tela.

Se dal quadro passiamo alla scultura la variazioni diventano ancora più evidenti e numerose, fotografando la "Pietà del Michelangelo" di fatto la fotografia azzera la terza dimensione ed ha già compiuto il primo misfatto, la prima falsificazione della realtà è avvenuta; la fotografia, anche senza una precisa volontà del fotografo, modifica i rapporti luce/ombra che l'occhio percepirebbe dal vero...

In buona sostanza posso affermare mentre guardo la foto della Pietà foto "Sto guardando la Pietà del Michelangelo"? No! Non posso, posso invece affermare che sto vedendo una interpretazione della Pietà del Michelangelo quindi non la realtà né la sua fedele riproduzione.
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AleZan
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MessaggioInviato: Mer 06 Apr, 2011 9:40 am    Oggetto: Rispondi con citazione

OK. La pipa dipinta da Magritte non è una pipa, è la rappresentazione di una pipa. Fin qui ci siamo.





Mi riferivo però (e mi pare siamo d'accordo) all'aspetto più subdolo del problema.
Parliamo sempre di fotografie "straight", cioè non alterate.
Al di là di limiti e della caratterizzazione del mezzo fotografico (bidimensionalità, colore, bianco/nero, proiezioni ottiche...) sta di fatto che la grande precisione meccanica (ripeto) nel riprodurre un oggetto crea in chi guarda non certo l'equivoco di essere davanti all'oggetto reale (non è questo il punto) ma la convinzione che una fotografia sia la prova che quell'oggetto sia realmente esistito nello stato in cui lo vediamo, in un certo luogo e in un certo tempo. Proprio perché la fotografia è una riproduzione ottenuta meccanicamente.
Quel che vediamo è naturalmente diverso dall'oggetto reale, perché ne è una rappresentazione, ma ci importa poco.

Purtroppo questo fascino che la fotografia esercita, porta con sé l'illusione che essa abbia anche un valore di verità, cioè un valore oggettivo. E' qui l'inganno.
Non ho dubbi che a Pisa in Piazza dei Miracoli un ragazzo in un certo giorno abbia effettivamente alzato un piede in aria. Ma la fotografia mi vuol far credere (molto ingenuamente) ben altro.





Il problema è quindi la facilità con cui crediamo a tutto ciò che ci raccontano portando come documento di "prova" una fotografia o un video.

Mi ricordo un paradosso citato da Ferdinando Scianna durante una sua conferenza sul tema del ritratto. In sostanza diceva: la nostra fiducia cieca nella verità della fotografia è tale che quando un agente di polizia guarda la fotografia sul nostro documento in un certo senso pretende che siamo noi ad assomigliare alla nostra fotografia, cioè dà per scontato che la fotografia dica per forza tutta la verità su di noi.

ciao Smile

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Cultor
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MessaggioInviato: Mer 06 Apr, 2011 10:09 am    Oggetto: Rispondi con citazione

La discussione è indubbiamente molto interessante, ma all'atto pratico, il fotoreporter scatta cercando di cogliere il senso di quello che sta accadendo (fermo restando che lo faccia per raccontare e non per dimostrare qualcosa), senza avere il tempo per troppe elucubrazioni.

Poi sceglierà (anche qui il tempo ormai è molto limitato) quelle che a suo parere raccontano meglio quella certa storia.

Bene: secondo voi può intervenire per migliorale tecnicamente ?
Come si vede nelle copertine di Time su O.J. Simpson http://www.cultorweb.com/Etica/E.html
anche scurire un'immagine può cambiare notevolmente il senso di quello che si comunica.

Un'altra domanda: è ammissibile che la redazione del mezzo di comunicazione che usa l'immagine possa intervenire sulla stessa e fino a che punto ?

A vostro parere una buona regola non sarebbe quella di non toccare assolutamente le immagini ? (Si presuppone che un fotografo professionista sappia realizzare immagini "decenti" anche nelle condizioni più difficili...)
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Daniele Nesi
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MessaggioInviato: Mer 06 Apr, 2011 11:48 am    Oggetto: Rispondi con citazione

dal mio punto di vista non è ammissibile...come non è ammissibile che un immagine non viene pubblicata perche in contrasto con la linea editoriale. E qui ce ne da dire...

sulla buona regola
se parliamo di soggetti statici tagliare in post-produzione vuol dire essere indifferenti davanti al soggetto
nel reportage, ad esempio, è un po diverso..nel senso che la velocità alla quale spesso devi ricorrere in ripresa ti costringe a volte a tagliare poi l'eventuale superfluo in p.p.
poi c'è lo sviluppo e stampa...capita che regolando contrasto e densità in un certo modo cambi un po la foto, se non radicalmente in certi casi. Ma questo direi riguarda piu elementi come l'atmosfera, ad esempio
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victor53
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MessaggioInviato: Mer 06 Apr, 2011 12:13 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

mike1964 ha scritto:
Albe', mi spiace tanto ma a me sembra che i sofismi li stai facendo tu! Maiale Maiale Maiale

Che ci azzecca il dovere morale e altre fesserie di natura filosofica con il fatto che una foto in cui io non ho aggiunto o levato nulla mi viene - tecnicamente - a riprodurre esattamente quello che c'era quando ho scattato?

Ne taglio un pezzo per eliminare qualcosa?

Benissimo; avrò una foto incompleta da un punto di vista etico e filosofico, ma ciò non toglie che - tecnicamente - quel che è rimasto della foto documenta esattamente quel che c'era al momento dello scatto.

La documentazione, per come la intendo io, è un dato tecnico, non interpretativo.

Dice il saggio


ti metto gli esempi di una mia foto.
La prima originale e la seconda dove ho tolto il cartellone cropando. Non cambia nulla nel racconto? Wink

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EOS 7D-5D-40D-20D - 12/24 HSM -Canon 24/105 L f4 - 135 L f2 -70/200 L f4 -
...che meravigliosa opportunità ha un fotografo, con un gesto porta nel futuro un attimo del presente!
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mike1964
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MessaggioInviato: Mer 06 Apr, 2011 12:20 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

victor53 ha scritto:
ti metto gli esempi di una mia foto.
La prima originale e la seconda dove ho tolto il cartellone. Non cambia nulla nel racconto? Wink


Santo cielo, mi pare di parlare con i muri... basta, ci rinuncio.

Il concetto che volevo trasmettere mi pare talmente semplice che non abbisogna di ulteriori esplicitazioni.

Buona filosofia a tutti! Prrrrrr

Ciao

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Cultor
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MessaggioInviato: Mer 06 Apr, 2011 12:22 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Non cambia nulla... a parte che hai cambiato qualcosa...

Se si inizia a cambiare, il limite dove fermarsi sarà sempre opinabile, discutibile e diverso per ognuno di noi.

Qualcuno potrebbe pensare che hai voluto nascondere la scritta Consorzio... o che hai voluto testimoniare che non ci fosse nessun cartello.. Andando di questo passo non ci si ferma più.

La regola del non cambiare, secondo me, serve a dare sicurezza a chi guarda che l'immagine è veritiera, con nessun tipo di modifica.

Non si tratta di un'immagine artistica (dove puoi fare tutte le modifiche che vuoi), ma di un documento che quindi non deve necessariamente avere contenuti estetici.
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neldot
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MessaggioInviato: Mer 06 Apr, 2011 12:55 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Cultor ha scritto:
La discussione è indubbiamente molto interessante, ma all'atto pratico, il fotoreporter scatta cercando di cogliere il senso di quello che sta accadendo (fermo restando che lo faccia per raccontare e non per dimostrare qualcosa), senza avere il tempo per troppe elucubrazioni.

Poi sceglierà (anche qui il tempo ormai è molto limitato) quelle che a suo parere raccontano meglio quella certa storia.

Bene: secondo voi può intervenire per migliorale tecnicamente ?
Come si vede nelle copertine di Time su O.J. Simpson http://www.cultorweb.com/Etica/E.html
anche scurire un'immagine può cambiare notevolmente il senso di quello che si comunica.

Un'altra domanda: è ammissibile che la redazione del mezzo di comunicazione che usa l'immagine possa intervenire sulla stessa e fino a che punto ?

A vostro parere una buona regola non sarebbe quella di non toccare assolutamente le immagini ? (Si presuppone che un fotografo professionista sappia realizzare immagini "decenti" anche nelle condizioni più difficili...)


Rispondo ad entrambe le domande. A mio avviso l'unico limite, tenuto conto che la fotografia è sempre potenzialmente mendace, anche quando non ritoccata ed anche quando il fotografo abbia le migliori intenzioni, gli unici limiti dovrebbero essere il buon gusto e l'onestà intellettuale dell'autore. Anche in caso di ritocchi effettuati in camera chiara, questi dovrebbero essere sempre dichiarati in modo esplicito.

Le ferree regole imposte dalle agenzie tipo Reuters poi, mi sembra che presentino per il pubblico ignaro un rischio anche maggiore di quelli che vorrebbero evitare.

Il rischio appunto, come evidenziavo prima, di accettare come "oggettiva" una fotografia solo perchè viene garantito che non è stata ritoccata dopo lo scatto.

Ma chi garantisce sulla "selezione" e sulle scelte operate dal fotografo prima dello scatto?

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MessaggioInviato: Mer 06 Apr, 2011 1:07 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Posterò un esempio anche io.
Una foto di reportage di fonte molto attendibile (Associated Press) che è stata pubblicata su un grande quotidiano americano.



Tralasciando la didascalia (o anche tenendone conto), che cosa racconta "oggettivamente" questa foto?

La soluzione la darò dopo.

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Una testa e due gambe, una Nikon e un paio di Praktica, e tanta voglia di dipingere con la luce...
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