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Mostra "ricominciare a vivere" - Paolo Pellegrin
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Autore Messaggio
Funboy
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Iscritto: 23 Ago 2004
Messaggi: 2047
Località: ABRUZZO, forte e gentile!

MessaggioInviato: Sab 21 Nov, 2009 12:28 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Bè di Zizola il b/n lo apprezzo molto, il colore invece mi sembra omologarsi al trend di adesso,forse.
Comunque penso che la scarsa qualità dei rportage sia data anche dalla scarsa affermazione e riscontro economico che i fotografi ne traggono.
Rischiare la pelle per servizi mal pagati, mal gestiti e magari pubblicati accanto alla tettona di turno, probabilmente grandi scatti sono nei cassetti di potenziali grandi fotografi e lì rimarranno, chissà.

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Io sono nato piccolo e rimango piccolo, con idee piccole; non c'è bisogno di essere grandi
M. Giacomelli
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fast2
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Iscritto: 10 Set 2006
Messaggi: 2082
Località: underground

MessaggioInviato: Sab 21 Nov, 2009 8:18 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Funboy ha scritto:
Bè di Zizola il b/n lo apprezzo molto, il colore invece mi sembra omologarsi al trend di adesso,forse.
Comunque penso che la scarsa qualità dei rportage sia data anche dalla scarsa affermazione e riscontro economico che i fotografi ne traggono.
Rischiare la pelle per servizi mal pagati, mal gestiti e magari pubblicati accanto alla tettona di turno, probabilmente grandi scatti sono nei cassetti di potenziali grandi fotografi e lì rimarranno, chissà.


A proposito si tette e culi, han presentato in pompa magna il calendario Pirelli 2010 by Terry Richardson
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Shedar
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Iscritto: 06 Dic 2007
Messaggi: 3651
Località: Amena

MessaggioInviato: Mer 06 Gen, 2010 3:16 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

OT: Ieri ho finalmente avuto occasione di vedere le stampe a pigmento Afgane di Pellegrin.
Be ...
Imperdibili. Sono ancora scioccato.

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Claudio Patrizi
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Iscritto: 01 Lug 2006
Messaggi: 82
Località: Roma

MessaggioInviato: Mer 11 Mgg, 2011 9:28 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Certo è curioso sentire dei fotoamatori appioppare giudizi così tranchant su fotogiornalisti che da anni rischiano la propria pelle per mostrare le cose che accadono nel mondo.

Trovo ridicolo poi affermare che 'tanto è tutto già visto'. Quindi se c'è una guerra in Libia, cosa la fotografiamo a fare? In fondo, di foto di guerra ne sono state scattate milioni in Vietnam, a parte l'incarnato della pelle, sempre della stessa pappa si tratta.

Con questo ragionamento, se è inutile anzi superfluo documentare i fatti che sconvolgono l'umanità, dovremmo tutti insieme prendere le nostre care macchinette fotografiche e buttarle nel più vicino fiume...perché se è superfluo fotografare le guerre, figuriamoci quanto sono utili per l'umanità le nostre foto di fiorellini e tramonti.

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Claudio Patrizi
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AleZan
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Iscritto: 16 Giu 2006
Messaggi: 11698
Località: Bologna

MessaggioInviato: Mer 11 Mgg, 2011 6:38 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Caro Claudio,
non mi pare che qui si facesse una semplificazione di questo genere. Mi pare che i vari interventi riprendessero alcuni temi che in effetti sono stati dibattuti un po' ovunque e in sedi anche molto autorevoli.
Mi riferisco (per semplificare) alla cosiddetta "estetica della tragedia" oppure all'eccesso di post-produzione digitale.

Tra parentesi, qui non siamo abituati ad (auto)discriminarci per categorie...
Certamente tra i frequentatori del Forum c'è una maggioranza di fotoamatori, ma casualmente proprio in questo post hai letto anche l'intervento di un fotografo che fa fotografia documentaria per professione (ed è molto bravo) e di alcuni altri a cui l'etichetta fotoamatore sta francamente un po' stretta...

Occhio ai pre-giudizi....

ciao Smile

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Alessandro - www.alessandrozanini.it
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Davì
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Iscritto: 19 Lug 2009
Messaggi: 434
Località: Prov. di Messina

MessaggioInviato: Sab 14 Mgg, 2011 2:58 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

L'idea che mi sto facendo è che la scelta di ricorrere a questo tipo di post produzione è, anche, legata alla necessità di dare uniformità grafico-cromatica a quella serie di immagini che dovranno comporre il racconto fotografico.

Nelle riflessioni attuali riguardo i miei esperimenti fotografici vedo che scattando sempre con la stessa macchina, analogica, lo stesso tipo di pellicola e di carta ottengo, senza sforzo, risultati uniformi dal punto di vista della resa cromatica in una serie di foto. Uniformità che con in digitale, pur scattando con la stessa macchina impostata sempre allo stesso modo e usando lo stesso monitor, è più difficile da riscontrare al "naturale". Questo rende, di fatto, indispensabile(?!) un passaggio al software di fotoritocco, il cui uso richiede delle conoscenze specializzate, senza le quali ci si può smanettare invano +/- all'infinito, senza trovare soluzioni migliori di quelle che può offrire la desaturazione dei canali rgb.

Approfondendo il link di Nash sul lavoro di Pellegrin ad Holliwood ho trovato una interessante intervista a PAOLO LECCA( http://www.becomingaphotoeditor.com/?p=138 ).

claudiom ha scritto:
Però dopo anni di chiacchere si potrebbe anche provare a non dire sempre le stesse cose sul ritocco fotografico, che barba!

La differenza tra il ritocco in c.o. e questo è che il primo è di tipo fotografico, questo di tipo pittorico, quello col B/N tentava di sganciarsi dalle forme della pittura dell'800 questo ci sguazza dentro, ma come nessun pittore di minimo manico farebbe, perchè è un ritocco da pittori della domenica, con le luci tutte sbagliate.

Ma guardate, guardate!

ciao
c.


Parole sante, santo subito

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