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Cosimo M.
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MessaggioInviato: Mer 02 Lug, 2008 2:17 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Thread interessante.
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Nicola Giani
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MessaggioInviato: Mer 02 Lug, 2008 2:27 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

claudiom ha scritto:
Calma colleghi, stiamo sullo stesso palo che già è difficile capirsi, senza saltare sulle frasche:

Si diceva del cesto di frutta, Ale diceva della questione ignoranza vs elite: per questo tema rimando ad un argomento che aprirò con calma dopo questo a titolo "l'arte e le gare di tuffi".

Il cesto di frutta: esce fuori una interpretazione che sembra partire dalla simbologia (passione di Cristo etc.): non è di questo che parlo, parlo come sempre dell' esperienza del vedere, non del sapere cose letterarie importanti ma secondo me inessenziali).

Si diceva l'"essere nel mondo", avere risposte al nostro stato di persone limitate o non limitate: Caravaggio ci fa vedere:

Il canestro bello, perfetto, ma in bilico,
ma pieno di ombre,
con la frutta già bacata e le foglie appassite,
con uno sfondo (forse non originale) uniforme come se dietro non ci fosse niente,
con una luce tagliente che non avvolge, vagamente crudele...

.....questa è la vita, perlomeno quella di molti, è il ritratto della vita.

ciao claudiom


E fin qui, come anche a buona parte della simbologia biblica, c'ero arrivato persino io (a parte la crudeltà della luce, ovviamente, che non avevo notato).

Mi sono completamente aranato sulla non univocità e sull'ambiguità dell'interpretazione.
La visione cristiana della vita e del mondo, alla fine del XVI secolo (con tutto quello che era successo appena pochi decenni prima), era abbastanza univoca. O no?

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_Nico_
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MessaggioInviato: Mer 02 Lug, 2008 2:52 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Nicola Giani ha scritto:
Mi sono completamente aranato sulla non univocità e sull'ambiguità dell'interpretazione.
La visione cristiana della vita e del mondo, alla fine del XVI secolo (con tutto quello che era successo appena pochi decenni prima), era abbastanza univoca. O no?

L'interpretazione non potrà mai essere univoca semplicemente perché il codice visivo non è univoco. Mentre nel campo della lingua abbiamo delle unità minime prive di significato -i fonemi- che servono come mattoncini per costruir parole, nel campo delle forme non esiste una unità minima priva di significato. Il punto, la più semplice, ha già parecchio significato. E la sua posizione nello spazio non può che amplificarlo. Inevitabile insomma il ventaglio di significati, a meno che non si giunga a concordare per convenzione il significato di alcuni segni -stradali, per esempio.

Alla fine del XVI secolo la visione cristiana non era del tutto univoca. Tralasciando la scissione tra Cattolici e Ortodossi, ben più vecchiotta, alle porte del secolo s'era affacciato il signor Lutero, e le questioni di religione si sono protratte con alcune guerre sin dopo il 1648. Han comportato migrazioni, repressioni, dichiarazioni d'eresia. Il primo re che ha perso la testa lo dovette al suo essere cattolico. Un putiferio che culmina nella guerra dei Trent'anni.

Ti basti sapere, per esempio, che Vermeer era probabilmente cattolico, in rapporto coi Gesuiti, e che almeno un paio di sue opere acquista (ulteriore) senso solo a causa di questi rapporti, molto discreti, in un paese risolutamente protestante. Ma resterebbe un granderrimo anche se protestante (o ateo, dico per assurdo).

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Nicola Giani
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MessaggioInviato: Mer 02 Lug, 2008 3:59 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

_Nico_ ha scritto:
Nicola Giani ha scritto:
Mi sono completamente aranato sulla non univocità e sull'ambiguità dell'interpretazione.
La visione cristiana della vita e del mondo, alla fine del XVI secolo (con tutto quello che era successo appena pochi decenni prima), era abbastanza univoca. O no?

L'interpretazione non potrà mai essere univoca semplicemente perché il codice visivo non è univoco. Mentre nel campo della lingua abbiamo delle unità minime prive di significato -i fonemi- che servono come mattoncini per costruir parole, nel campo delle forme non esiste una unità minima priva di significato. Il punto, la più semplice, ha già parecchio significato. E la sua posizione nello spazio non può che amplificarlo. Inevitabile insomma il ventaglio di significati, a meno che non si giunga a concordare per convenzione il significato di alcuni segni -stradali, per esempio.

Alla fine del XVI secolo la visione cristiana non era del tutto univoca. Tralasciando la scissione tra Cattolici e Ortodossi, ben più vecchiotta, alle porte del secolo s'era affacciato il signor Lutero, e le questioni di religione si sono protratte con alcune guerre sin dopo il 1648. Han comportato migrazioni, repressioni, dichiarazioni d'eresia. Il primo re che ha perso la testa lo dovette al suo essere cattolico. Un putiferio che culmina nella guerra dei Trent'anni.

Ti basti sapere, per esempio, che Vermeer era probabilmente cattolico, in rapporto coi Gesuiti, e che almeno un paio di sue opere acquista (ulteriore) senso solo a causa di questi rapporti, molto discreti, in un paese risolutamente protestante. Ma resterebbe un granderrimo anche se protestante (o ateo, dico per assurdo).


Ho scritto cristiana, ma intendevo, ovviamente, cattolica (il riferimento era al destinatario dell'opera).
E comunque, tutti i derivati del cristianesimo si muovono su un substrato comune (a parte, forse, il calvinismo). Le questioni politiche che tentano di cambiare la religione per spostare l'equilibrio dei poteri non sono a mio avviso sufficienti a dare non univocità alla lettura del cesto di frutta.

A meno che, per assurdo, i puritani ci vedano la vita del cane, i padri pellegrini quella del cavallo e i greco-ortodossi quella del varano di Komodo.
Ma non credo sia questo il caso.

Smile

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_Nico_
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MessaggioInviato: Mer 02 Lug, 2008 4:23 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Nicola Giani ha scritto:
... Le questioni politiche che tentano di cambiare la religione per spostare l'equilibrio dei poteri non sono a mio avviso sufficienti a dare non univocità alla lettura del cesto di frutta.

Allora abbiamo risolto: la lettura è univoca.

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_Nico_
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MessaggioInviato: Mer 02 Lug, 2008 5:16 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Nicola, il committente, a cui accennavi, acquistò anche quest'opera (e molte di questo genere):



Anche in questo caso, sapendo che egli era Cattolico -e cardinale- la lettura è univoca?

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claudiom
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MessaggioInviato: Gio 03 Lug, 2008 8:29 am    Oggetto: Rispondi con citazione

La varietà è bella, posso dire senza che vi offendiate Smile che voi iconologi siete quasi costretti ad avere una lettura univoca?

E che è basata su cose lette e non viste?

E difatti usate a piene mani un termine "lettura" che non corrisponde al processo mentale di acquisizione ed elaborazione dei dati visivi?

Scrivo queste cose solo per far vedere a chi si interessa meno della critica d'arte che le posizioni possono essere molte e mai definitive e che il bello è proprio questo.

Cool ciao claudiom
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ldani
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MessaggioInviato: Gio 03 Lug, 2008 1:02 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

In critica qui Caravaggio avrebbe avuto questi suggerimenti:
"Ci sono alcuni elementi di disturbo e i colori slavati, darei inoltre una USM ad es così"



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ldani
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MessaggioInviato: Gio 03 Lug, 2008 1:23 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Meno OT:
Riguardando il cesto (grazie come al solito a Claudio per le segnalazioni) mi è tornata a mente un'analisi all'opera del Caravaggio che vorrei si trovasse nelle mie foto:

"Dopo Giotto e Masaccio egli riafferma il principio secondo cui non concetti astratti o prevenute concezioni filosofiche siano da incollare sulla tela, ma la conoscenza della realtà, le cose come esse sono, indagate ed esplorate nelle loro relazioni di luogo, spazio, luce: le cose, da sole, esprimono idee, filosofia e storia, perché da esse si sprigiona il "presente" e il suo suono, la nuova condizione umana, i nuovi concreti rapporti tra gli uomini e degli uomini con le cose e la storia. (Renato Guttuso)"


Daniele.

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giorgiospugnesi
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MessaggioInviato: Gio 03 Lug, 2008 2:34 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

E' nato prima l'uovo o la gallina? voglio dire: l'autore pensa che la vita sia un bilico e quindi disegna il cesto volutamente in equilibrio precario oppure siccome l'autore pensa che la vita sia un bilico, il cesto viene automaticamente in equilibrio precario? Quanto cioè è pensato e voluto e quanto invece è necessario e impellente?

Domande sciocche lo so, ma ci provo...

Giorgio

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_Nico_
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MessaggioInviato: Gio 03 Lug, 2008 3:39 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

claudiom ha scritto:
La varietà è bella, posso dire senza che vi offendiate Smile che voi iconologi siete quasi costretti ad avere una lettura univoca?

Claudio, detto senza che tu t'offenda: è evidentissimo che tu non conosci l'iconologia e gl'iconologi... Smile

Tra l'altro non so se hai inteso qual è il mio discorso -che non ha toccato minimamente l'iconologia né l'interpretazione di quest'opera. A me sembra d'aver detto che l'opera d'arte, per sua costituzione, non si presta a letture univoche.

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Nicola Giani
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MessaggioInviato: Gio 03 Lug, 2008 4:45 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

ldani ha scritto:
Meno OT:
Riguardando il cesto (grazie come al solito a Claudio per le segnalazioni) mi è tornata a mente un'analisi all'opera del Caravaggio che vorrei si trovasse nelle mie foto:

"Dopo Giotto e Masaccio egli riafferma il principio secondo cui non concetti astratti o prevenute concezioni filosofiche siano da incollare sulla tela, ma la conoscenza della realtà, le cose come esse sono, indagate ed esplorate nelle loro relazioni di luogo, spazio, luce: le cose, da sole, esprimono idee, filosofia e storia, perché da esse si sprigiona il "presente" e il suo suono, la nuova condizione umana, i nuovi concreti rapporti tra gli uomini e degli uomini con le cose e la storia. (Renato Guttuso)"


Daniele.


E adesso mostrami su quel quadro il suono del presente che si sprigiona.
E magari la filosofia e la storia espresse dalle cose da sole.
E la nuova condizione umana (a proposito: nuova del tempo di Guttuso o di quello del Caravaggio? Cosa c'era di "nuovo" nella condizione umana? Anzi, c'è mai stato nulla di nuovo negli ultimi diecimila anni?)
E, fatto 30, facciamo anche 31 e indicami dove sono i nuovi concreti rapporti tra gli uomini e degli uomini con le cose e la storia.

Wink Wink Wink Wink Wink

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_Nico_
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MessaggioInviato: Gio 03 Lug, 2008 4:59 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Nicola Giani ha scritto:
E adesso mostrami su quel quadro il suono del presente che si sprigiona.

Mentre attendo una tua risposta, e ora anche questa che m'alletta, direi che la prosa di Guttuso "racconta" Caravaggio con le parole di Leopardi:
Citazione:
e mi sovvien l’eterno, e le morte stagioni e la presente e viva e il suon di lei.

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Nicola Giani
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MessaggioInviato: Gio 03 Lug, 2008 5:19 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

_Nico_ ha scritto:
Nicola Giani ha scritto:
... Le questioni politiche che tentano di cambiare la religione per spostare l'equilibrio dei poteri non sono a mio avviso sufficienti a dare non univocità alla lettura del cesto di frutta.

Allora abbiamo risolto: la lettura è univoca.


Perchè?
Intendi dire che l'unica possibile non univocità della cansetra sta nella verginità post-matrimoniale di Maria o nella liceità della traduzione della Bibbia in lingua volgare?

Non ti seguo più...

La mia domanda era: "cosa c'è di non univoco in questo quadro?"
Tu hai citato riforma e controriforma (senza però dare riferimenti sul dipinto né all'una né all'altra), contestando la mia opinione che la visione cristiana della vita e dell'uomo sia cambiata molto poco (ammesso che lo sia) con tali eventi.

E con tutto questo concludi che la lettura è univoca, tra l'altro facendomi pensare che tu creda che questa sia la mia posizione.

Ma non lo è.

Posto che riesco, guardando il quadro, a vedervi i riferimenti dati da Claudio, continuo a non vederci nulla di non univoco. E non per necessità, proprio perchè non lo vedo.

Boh? Boh? Boh?

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ldani
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MessaggioInviato: Gio 03 Lug, 2008 5:47 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

X Antonio:
- Cerchiato in rosso il suono del presente
- Cerchiato in verde la filosofia e la storia
- Cerchiato in giallo la nuova condizione umana (come ben si vede al tempo di Caravaggio e non di Guttuso)
- Cerchiato in blu i nuovi rapporti tra gli uomini degli uomini...

Smile

Altro chiedi a Guttuso.

Come ho già scritto sopra vedendo il quadro e le considerazioni fatte, il soggetto ritratto, non perfetto, non idealizzato, con foglie appassite e mele bacate mi è tornato a mente un tratto di Guttuso che ho citato e che analizza tutta l'opera di Caravaggio.
Scusate se era troppo OT rispetto alla discussione intrapresa.



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_Nico_
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MessaggioInviato: Gio 03 Lug, 2008 5:49 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Io penso, Nicola, che nessun quadro abbia lettura univoca. Ho già spiegato perché: le forme visive sono polisemiche, ovevro ricche di significati. A partire dal semplicissimo punto.

In particolare penso che l'esser Cattolico e cardinale di Federico Borromeo (l'acquirente) non faccia diventare il quadro di lettura univoca per i Cristiani del globo terracqueo. Che potesse vedere nell'uva un simbolo della passione di Cristo è possibile, che lo vedessero tutti i Cristiani è tutto da discutere.

Aggiungerei inoltre che il secondo quadro che ho proposto, anch'esso acquistato da Federico Borromeo, non sembra proporre sottili simboliche religiose o cristiane. Poiché ha comprato parecchie nature morte -e in particolare parecchi vasi di fiori- si affaccia anche l'ipotesi banalissima che gli piacessero le nature morte, e i fiori. È banalissima, ma è possibile anch'essa. Personalmente la ritengo parecchio probabile.

Le montagne di fiori in vaso che ha acquistato Federico Borromeo ci dicono, soprattutto, che la canestra di frutta di Caravaggio è molto diversa, e che le possibili allusioni simboliche non siano state chieste dal committente.

Comunque, anche se Caravaggio non avesse pensato affatto all'uva come simbolo della passione di Cristo, al periclitar della canestra in bilico come allusione alla caducità dell'esistenza umana (personalmente non sono d'accordo sulla luce "dura", ma sono quisquilie), l'opera resterebbe ugualmente di grande valore. Anche se fosse solo frutta in una canestra...

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Cosimo M.
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MessaggioInviato: Ven 04 Lug, 2008 12:15 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Citazione:
- Cerchiato in rosso il suono del presente
- Cerchiato in verde la filosofia e la storia
- Cerchiato in giallo la nuova condizione umana (come ben si vede al tempo di Caravaggio e non di Guttuso)
- Cerchiato in blu i nuovi rapporti tra gli uomini degli uomini...

Citazione:
uva come simbolo della passione di Cristo, al periclitar della canestra in bilico come allusione alla caducità dell'esistenza umana


Grat Grat

Ma queste simbologie le ha spiegate Caravaggio in un "manuale per l'interpretazione dei miei dipinti" Smile, sono simbolismi consueti del tempo, o Guttuso si è alzato la mattina ed ha detto "è così!" ? Smile

Nonostante il mio scetticismo sulla facilità con sui si possono sovrainterpretare le cose, la mia curiosità è genuina.

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Historicus
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MessaggioInviato: Gio 17 Lug, 2008 1:27 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Bella questa discussione!
Se mi è lecito, intervengo come storico (dato che come fotografo, nonché come iconologo, non valgo una cippa).
Riforma e Controriforma? Può essere.
Ma nemmeno la storia è univoca (lo è solo nella direzione del tempo)
Io direi piuttosto, così a naso: tensioni teologico-filosofiche interne al cattolicesimo, o, nelle loro tendenze estreme, a rischio di fuoriuscita dal cristianesimo storico come religione.
Mi spiego meglio: oltre a Lutero, quasi suoi contemporanei, c'erano stati il filosofo naturalista Pietro Pomponazzi, che aveva sostenuto l'indimostrabilità filosofica dell'immortalità dell'anima, nonché Nicolò Machiavelli, che - credo giustamente per alcuni versi - De Sanctis definì "il Lutero d'Italia", sottintendendo che, se il contributo tedesco al mondo moderno era stato la Riforma, quello italiano era stato il Rinascimento, col suo spirito filosofico-naturalistico e anti-teologico.
Ora, bisogna però ricordare che Pomponazzi, per quanto aspramente criticato, fu anche un docente universitario molto seguito. Alla sua scuola si formarono due cardinali di santa romana chiesa come Gasparo Contarini ed Ercole Gonzaga.
Contarini fu tra l'altro il principale fautore dell'ultimo tentativo di conciliazione coi protestanti, a Regensburg, nel 1541. Morì, in odore di eresia, nel 1542, come cardinale Legato di Bologna.
Un suo amico, il cardinale Giovanni Morone, ebbe la ventura di vivere più a lungo e, quando il vecchio e bigotto Giampietro Carafa divenne papa col nome di Paolo IV, dovette passare due anni in carcere, imputato di eresia (1557-1559).
Potrei continuare a lungo, ma questo era solo per dire che bisogna guardarci dalle semplificazioni storiche, oltre che da quelle iconografiche e iconologiche. Morale (provvisoria):

1) non solo il cristianesimo, ma neanche il cattolicesimo non può essere considerato un mondo uniforme;
2) all'interno del cattolicesimo (anche del protestantesimo, ma questo è un altro discorso) c'erano tensioni "pagane" (per semplificare) tutt'altro che sopite ai tempi di Caravaggio.

Dopodiché è assolutamente vero che occorre decifrare un dipinto anche in base a elementi formali (distribuzione degli spazi, dei colori, della luce, composizione, ecc. ecc.), ma è anche vero che, se in un quadro che, se vedi un quadro che rappresenta un signore sudicio e lacero che si batte il petto con un pietrone e un leoncino che spunta lì di fianco, e non sai che quello è san Girolamo, e perché san Girolamo è importante, di quel quadro non hai capito una mazza.

Grazie a tutti e a presto

Guido
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Nicola Giani
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MessaggioInviato: Gio 17 Lug, 2008 2:36 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Historicus ha scritto:
1) non solo il cristianesimo, ma neanche il cattolicesimo non può essere considerato un mondo uniforme;
2) all'interno del cattolicesimo (anche del protestantesimo, ma questo è un altro discorso) c'erano tensioni "pagane" (per semplificare) tutt'altro che sopite ai tempi di Caravaggio.


1) Sono mai esistite nella Storia dell'umanità due persone che avessero una tale univocità di visione per cui non si possa dire lo stesso?
2) Sono mai esistiti due istanti nella vita di una singola persona in cui possa essere verificata univocità di pensiero nei minimi particolari, fino al singolo neurone?

Hai perfettamente reagione Historicus, ma stai scendendo troppo nei particolari.
Non penso che esista qualcuno che disegnando della frutta sia capace di sintetizzare le sfumature tra la visione di Federico Borromeo e quella di Antonio Santacroce, magari solo scurendo un zinzino il verde di una foglia...


Wink Wink Wink

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Historicus
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MessaggioInviato: Gio 17 Lug, 2008 4:40 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Nicola Giani ha scritto:
Hai perfettamente reagione Historicus, ma stai scendendo troppo nei particolari.
Non penso che esista qualcuno che disegnando della frutta sia capace di sintetizzare le sfumature tra la visione di Federico Borromeo e quella di Antonio Santacroce, magari solo scurendo un zinzino il verde di una foglia...


Sì, senza dubbio sono sceso troppo nei particolari...

Pomponazzi però mi è venuto in mente, per via dell'inclusione completa e totale, senza residui, dell'uomo nel mondo della natura.
Cioè: così come le mele hanno i bachi e le foglie si seccano, gli uomini nascono, crescono e muoiono.
Il mondo vegetale ha offerto moltissime occasioni di metafore di vario genere (anche nel vangelo: il grano e la zizzania, i tralci e la vite, ecc. ecc.). E non è solo questione di alta cultura. Mi è capitato una volta di leggere un processo inquisitoriale bolognese degli anni '70 del Cinquecento, in cui un contadino venne denunciato per aver detto che gli uomini muoiono e poi rinascono, come fa il grano nelle spighe.
Dunque, la frutta e le foglie dipinte in quel modo potrebbero alludere al ciclo della vita della natura (e quindi dell'uomo), sempre in bilico tra la vita e la morte (ma anche viceversa).

Sì lo so, sono sceso ancora di più nei particolari, e forse tutto questo con la fotografia non c'entra niente.

Se vi ho seccato, scusatemi.

A presto

Guido Historicus

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