un disastro di negativo

[claudiom]

Credo che un passaggio fondamentale nella stampa sia imparare a far reggere i grigi più chiari, cominiciando dalle spiagge per finire alla neve e, bruttissima bestia, alla nebbia che solo in rarirssimi casi dovrebbe risultare oscura, ma quasi sempre luminosa.
Gli stampatori a cavallo della seconda guerra m. ne erano maestri.
Ora abbiamo difficoltà anche solo a vedere la differenza tra un grigietto arosio e un grigietto stopposo.

Kentmere warm tone fi.3 su diffusa e sv. kodak "55" per raffreddare e staccare la donna scura.
Provato beers4 su f.31/2 e euko su f.3 ma il cielo staccava troppo dalla sabbia.

ciao claudiom

[PietroF]

Il problema è che io non sono arrivato nemmeno a immaginarmela in quel modo la stampa. Più che un problema di incompetenza tecnica, mi sembra un problema di ignoranza in generale di una certa fotografia... Naturalmente parlo per me

[Zonker]

Beh, la stessa cosa vale anche per me...
Anzi appena l'ho vista non mi è nemmeno sembrata una gran stampa, poi guardandola meglio e confrontandola con la prima immagine...
Beh, tanto di cappello. Sia come stampa che come taglio è assolutamente ineccepibile.

[Mauroq]

[claudiom]

Ma guardate colleghi che 'sta foto l'ho messa per cercare se possibile di combattere certa rigidità strisciante, quella del "il miglior sviluppo per quella pellicola", quella del si fa così perchè così sta scritto nel libro.

Ogni trancio di pellicola è una occasione da prendere e schiacciare nel torchio dell'uva, e qualcosa ne esce sempre se si è aperti a diverse soluzioni.
E se si ha in mano, beninteso, una gamma di opzioni sperimentate nel tempo.

ciao, grazie claudiom

[Mauroq]

Be' io sono lontano anni luce, e mi rode molto, mai avrei pensato di tirarci fuori qualcosa, avrei tentato di cercare il nero e il bianco, non avrei cercato questa intonazione ne il taglio, l'autrice dello scatto deve essere molto contenta

[impressionando]

Si Claudio, ogni fotogramma è un'occasione e spesso un fotogramma di merda lo è ancora di più. Immagino con che sorriso interiore tu sia uscito dalla CO dopo aver stampato quella foto. I libri ci vogliono, i negativi buoni è necessario imparare ad ottenerli ma hai ragione a dire che i negativi "difficili possono essere grandi occasioni di crescita. Il torchio però va riempito ed è proprio qui che sta la difficoltà. I nostri occhi vedono tante cose ma non le guardano. La nostra mente è ferma su immagini standard e la fantasia non elabora per mancanza di dati. Tu hai un bagaglio culturale che va ben oltre la fotografia in senso stretto e questo riempie già il torchio; le conoscenze tecniche in parte si legano all'esperienza e sono ben più facili d'acquisire.

Paolo

[Zonker]