Fotografia: e' solamente una questione di tecnica?

[Yaggdrasill]

Questo è uno di quegli argomenti, forieri di discussioni a non finire. La dicotomia classica in cui si declina è tecnica vs sentire*.

Chi rifiuta la tecnica tout court, per dire non di rado mi son trovato a discutere con epigoni della scuola di holacocorita, che vede la fotografia come "gesto", come atto immediato che coglie o reinventa la realtà al di fuori di ogni tecnicismo.
Trovo questo approccio monco, fare fotografia, senza scendere nell'etimo della parola stessa, implica numerosi fattori di scelta, consci o meno che siano, che vanno a concorrere alla realizzazione dello scatto.

Rifiutare le regole, o peggio volerle infrangerle (come gia notato, cosa assai difficile da fare se non le si conoscono) senza aver precedentemente affrontato lo studio delle medesime, mi suona assai ridicolo.

La fotografia non è tecnica. La fotografia non è istintività (termine forse più felice dato il tema). E' entrambi.

Che senso ha usare una macchina completamento in automatico, relegando il nostro ruolo a un mero puntare e scattare? Non sto parlando con persone che fanno della fotografia un mero uso strumentale ( foto ricordo), ma con persone che scattano per ottenere un effetto che va al di la, dello scatto come semplice registrazione di un luogo o di un evento.

In maniera forse un po prolissa (non ho il dono della sintesi, è no!), la fotografia, è il nostro sentire, mediato da uno strumento, e per poter ottenere da esso, l'idea che abbiamo dobbiamo piegare lo strumento e talvolta a certe condizioni, la luce stessa ai nostri bisoigni/desideri.

Pensare alla fotografia come pura tecnica, rende la fotografia fredda.

Forse anche bella, ma una bellezza algida e incolore.

Pensare alla fotografia come pura istintivita soggettiva, rende la fotografia un vuoto monologo.


Troppo dogmatico?






*Con questo termine equivoco, intendo il "sentire" come capacità di entrare in relazione, di percepire, di cogliere delle situazioni, di "vedere" e non solo guardare.

[marus]

Io penso che la tecnica serve ,altrimenti se immagginiamo qualcosa per poi fotografarloe poi ci viene sfocata e non espressiva ,di quelli immaggine ci rimarrà solo un ricordo

[Oblivion]

Scusate se riprendo questo vecchio 3d, ma non ho saputo resistere.
Qui vedo sovrapporsi due temi che secondo me hanno poco e niente in comune, ovvero corpi macchina e tecnica fotografica.

Sono soltanto un amatore, anzi un novizio, della fotografia. Eppure mi ritrovo un pochino a storcere il naso davanti a certe considerazioni un pò.. assolutistiche, forse perchè in quanto novizio sono profondamente consapevole della realtà delle mie capacità e dei mezzi che ho a disposizione.

Primo punto - Ovviamente una buona macchina non è sinonimo di buone foto, ma è anche vero che il talento e la bravura vanno incanalati nei mezzi giusti, mezzi che spesso sono considerati in maniera un pò semplicistica. Non esistono soltanto ottimi pennelli e pessimi pennelli. Esistono pennelli in pelo di bue, di martora, di cavallo, eccetera eccetera. Senza dubbio, se voglio esprimermi nella pittura, dovrò scegliere dei mezzi adatti ed uno stile adatto. Non esiste soltanto la pittura ad olio. Nella storia della pittura si è dipinto a china, ad acquerello, ed anche con la terra e con il tuorlo d'uovo. Bisogna, in ogni caso, imparare ad incanalare la propria vocazione ed il proprio modo di fare le cose nel mezzo più adatto in assoluto. E' inutile aspirare ad una reflex da migliaia di euro, si, ma soltanto se non si è sicuri di averne bisogno.

Secondo punto - Tanti talenti del passato erano notoriamente autistici. Praticamente tutti i compositori lo erano. Senza alcun pregiudizio verso l'autismo o, per rendere con un eufemismo, "attaccamento morboso", voglio sottolineare che questa caratteristica non è necessariamente legata alla tecnica, nè porta ad essa, ma ha a che fare soltanto con l'esperienza. La tecnica è un concetto assolutamente astratto, una specie di modus operandi non tanto "universalmente corretto" bensì imposto per convenzione e praticità. Per tornare al paragone di prima, posso anche dipingere tenendo i pennelli a mò di bacchette cinesi, se questo mi fa dipingere bene.
L'esperienza è una cosa tangibile, si vede quando c'è e se ne nota la mancanza quando si sta per fare qualcosa di nuovo, cioè sempre, nel caso di chi, come me, ha appena iniziato. Spoglio dell'esperienza, un fotografo può guardare se stesso soltanto in misura della propria buona volontà e del proprio occhio critico. L'esperienza sono i calli sulle mani e la fusione con lo strumento (lo strumento adatto, ovviamente) che insieme portano alla rottura del limite del "bello" per arrivare all'eccezionale.