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Sulla fotografia di Susan Sontag
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Autore Messaggio
AleZan
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Località: Bologna

MessaggioInviato: Sab 02 Giu, 2007 12:15 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ragazzi (studenti) scusatemi,
ma qui non mi pare che sulla Sontag vi siate spesi solo in critiche relative allo stile di scrittura.
Se io mi riferisco ad un libro con aggettivi tipo "vago", "dispersivo", "confuso", "di una noia mortale", faccio inevitabilmente una critica ai contenuti non solo allo stile.
E allora è chiaro che chi conosce la Sontag per quello che è stata (ben oltre questo saggio sulla fotografia), inevitabilmente prende questi giudizi per affermazioni un po' superficiali. Le affermazioni sono superficiali, non mi permetterei mai di dire che chi le fa sia una persona superficiale.
D'accordo: lo stile di scrittura diretto e semplice è sempre preferibile. Ma la Sontag è ben lontana dall'essere "incomprensibile"!!! Lo dico sinceramente, senza nessuna boria intellettuale.
Davvero viene da chiedersi quale "affiancamento" ci sia da parte dei vostri docenti.
Mi ricordo, alcune ere geologiche fa, un mio prof di filosofia che mi invitò (come extra) a leggere la Fenomenologia dello spirito di Hegel. E mi ricordo che su una pagina ci passavo anche un'ora. Però non mi ricordo di essere ritornato dal prof. dicendogli che Hegel era vago, confuso e dispersivo e quindi di una noia mortale.....
Purtroppo nella mia limitatezza non ho mai trovato scorciatoie: entrare nel modo delle idee di un altro costa sempre fatica.... Ma dà soddisfazioni grandissime.
Quindi: coraggio! Tuffatevi non restate in superficie!
Altrimenti finiremo tutti per credere che la summa del pensiero umano stia tutta nei link della prima pagina di risultati di Google...

Smile

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Alessandro - www.alessandrozanini.it
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akira
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MessaggioInviato: Sab 02 Giu, 2007 12:55 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

stavo giusto chiedendo ad alberto di illuminare noi poveri mortali sull'argomento...
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Anonimo.
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Iscritto: 14 Gen 2006
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MessaggioInviato: Sab 02 Giu, 2007 2:23 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

... Susan Sontag ha scritto tanti di quei libri, che sarebbe inutile e pretenzioso cercare di farne una sintesi in un forum. Era un personaggio non simpaticissimo (comunicativamente stava un po' sulle sue) e non scriveva sicuramente in stile SMS, ma è uno dei geni letterari e non solo di questo secolo. E' diventata mediaticamente appetibile soprattutto per le sue relazioni lesbiche e il suo impegno pacifista, che l'hanno trasformata in una superficiale icona no-global: in realtà è stata uno degli ultimi intellettuali a 360°, rigorosa fino allo spasimo, contraria alle retoriche ed alle interpretazioni da "addetti ai lavori" a cui opponeva una conoscenza totale e approfondita delle opere in esame unita al più assoluto rispetto per la volontà dell'autore, considerata la prima e unica chiave interpretativa di ogni espressione artistica. Il suo saggio "Malattia come metafora" ha avuto un'influenza sulla storia (e sull'ambiente) della medicina paragonabile alla scoperta di un farmaco salvavita, e tutte le sue opere, troppo spesso etichettate come "anti-establishment", sono in realtà duri atti d'accusa contro un intellettualismo elitario troppo spesso alleato dei centri di potere e di omologazione culturale che afferma di voler contrastare. Una scrittrice ed una donna, la Sontag, che ha sempre parlato con lingua dritta, sgradevole da ascoltare, spinosa da leggere, ma disperatamente onesta.
E adesso in biblioteca, a leggere i suoi libri. Ce n'è per tutti, è stata scrittrice prolifica.

Alberto
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federico87
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Iscritto: 22 Apr 2007
Messaggi: 900

MessaggioInviato: Sab 02 Giu, 2007 2:46 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Non ho letto questo libro, ma mi è venuta voglia di leggerlo per curiosita.

Non mi sembra che Alberto volesse offendere nessuno, l'avere difficoltà a comprendere un testo non è necessariamente sintomo di ignoranza ma piuttosto di un testo che tratta tematiche difficili.
Se tutto il libro è scritto come quella frase citata prima mi sentirei di dire che per quanto possa essere interessante lo stile non è adeguato alla trattazione, lo stile che usi dovrebbe essere funzionale al messaggio che vuoi passare, se invece diventa una ricerca dei termini più preziosi o inusuali per usare un linguaggio ricercato fine a se stesso, specialmente in un saggio, è solo controproducente
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_Nico_
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Iscritto: 14 Set 2005
Messaggi: 6648

MessaggioInviato: Sab 02 Giu, 2007 3:47 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Alberto Nencioni ha scritto:
E adesso in biblioteca, a leggere i suoi libri. Ce n'è per tutti, è stata scrittrice prolifica.

Wikiquote offre qualche pillolina della Sontag, Repubblica ha pubblicato qualche pagina del suo diario, e il suo romanzo storico L'amante del vulcano, ambientato a Napoli ai tempi di Nelson, ebbe un buon successo. A verificare, tutti testi leggibilissimi...

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Anonimo.
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Iscritto: 14 Gen 2006
Messaggi: 6707

MessaggioInviato: Sab 02 Giu, 2007 4:26 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

federico87 ha scritto:
....Se tutto il libro è scritto come quella frase citata prima..


...la Sontag non scrive "facile". Ha un inglese denso, molto "letterario", ha molte cose da dire e poco spazio... Sicuramente il traduttore ha voluto essere più realista del re ed ha cercato di imitare la sintesi della Sontag, il problema traducendo dall'inglese è che l'italiano ha bisogno di molte più parole per "impacchettare" un concetto in maniera digeribile. Per rendersene conto basta guardare le istruzioni di un apparecchio. Se in inglese ti bastano due righe, una traduzione letterale spesso assomiglia ad un verbale della Polstrada. C'è anche da dire che il linguaggio dei saggi è diversissimo dai racconti....

Alberto
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bodi3570
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Iscritto: 19 Set 2005
Messaggi: 683
Località: milano

MessaggioInviato: Sab 02 Giu, 2007 6:17 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

akira ha scritto:
"La fotografia è nel conservare passibili di indagine momenti che il normale fluire del tempo sostituisce completamente."....pag.98. Adesso: o tutto questo studio mi ha rincretinito tanto da nn conoscere più l'italiano, o tutti voi avete un altro metodo di comprensione, evidentemente diverso dal mio, per cui riuscite a comprendere anche ciò che per me nn ha senso!
la Sontag ha sviluppato una frase semi-incomprensibile che un italiano medio (o qualsiasi altro abitante del resto della terra) nn capirebbe se nn rileggendola una 20° di volte, rimanendo cmq con un gran dubbio! con questo periodo lessicale, la sontag voleva dire (io amo parlare in modo che il resto del mondo mi comprenda!) che la fotografia nn è altro che un'istantanea in un lasso di tempo...questo sempre in chiave semplicistica...
e nn mi stupisco se alcuni pensano che l'arte si pompi di incomprensione che potrebbe benissimo evitarsi


alla prima lettura la frase non è certo il massimo, ma ne basta una seconda per capirne il senso e la terminologia non mi sembra così complessa.

ora dov'è essenzialmente che ci si blocca in questa frase ?

La fotografia è nel conservare passibili di indagine momenti che il normale fluire del tempo sostituisce completamente.

all'inizio con l'utilizzo del verbo essere
un sinonimo di rapida comprensione sarebbe potuto essere "consistere"
tuttavia il verbo-terminie essere in ambito filosofico richiama migliaia riferimenti ben più ampi.

subito dopo è il "passibili di indagine" a rompere il normale corso della frase e anche su quello ci si ferma necessariamente.
caratterizza la definizione e anche qui apre discussioni ben più ampie
il momento deve per forza essere passibile d'indagine per essere fotografia ?

il resto della frase è sicuramente più scorrevole, ma puoi comunque fermarti a ragionare su ogni termine..
era neccessario utilizzare l'aggettivo normale ? perchè usa sostituire invece di cambiare o mutare ?

se si vuole esprimere chiaramente un ragionamento a volte l'italiano scorrevole e facilmente comprensibile non per forza è la via migliore.

prendiamo ad esempio la tua interpretazione, veloce e facilmente intuibile
peccato che non abbia senso infatti istantanea è la forma abbreviata di fotografia istantanea, quindi identifichi la fotografia ad un suo aggettivo
inlotre la fotografia non credo sia necessariamente istantanea, ma penso possa avere tempi di posa lunghi ad esempio. http://www.wesely.org/wesely/index.php

infine partendo dalla definizione "la fotografia è un istante in un lasso di tempo"
se provi a sostuire fotografia con un termine a tuo piacere, in molti casi la frase avrà un senso.

tutto questo non nega tuttavia che il libro possa essere di una noia mortale e che bisogna rileggere le frasi più volte, ma questo purtoppo o per fortuna è necessario.

ciao Smile
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vipi
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Iscritto: 17 Mgg 2007
Messaggi: 3

MessaggioInviato: Sab 02 Giu, 2007 9:17 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

L'inglese dela Sontag e' ricco ma non particolarmente ermetico e le sue strutture sintattiche alquanto lineari. Non ho letto la traduzione italiana ma se e' molto impegnativa il motivo va ricercato nella traduzione, come qualcuno ha gia' ipotizzato.

Quello che mi permette di apprezzare sempre la ricchezza di questo libro e' che per me e' una lunga lettera di amore per la fotografia, scritta da un encefalo di grandissima caratura. Con tutti i pregi e difetti di una lettera di amore, beninteso. In alcuni punti e' un po' datato; concepito cosi' come e' stato in un periodo difficilissimo (come quello dei giorni nostri) per gli Stati Uniti non ne poteva non risentire. La macchina fotografica come fucile e' una teoria molto sexy, ma non so fracamente quanto generalizzabile. Cosi' come il relegare il video, rispetto alla immagine fotografica, in una posizione subalterna e' (forse) comprensibile nel 1973, ma molto meno nel 2007. Dico forse perche' il dibattito Kennedy-Nixon che incorono' la presenza del video nel cuore della societa' era ormai vecchio di 13 anni, e la guerra del Vietnam si stava gia' combattendo in video da almeno 5.

Comunque, averne di queste opere...

Ciao!
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akira
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Iscritto: 01 Giu 2007
Messaggi: 23

MessaggioInviato: Lun 04 Giu, 2007 3:00 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

ok! siete tutti dei gran geni....sono impressionata
dalle mie parti questi ricamini vengono chiamate "polpette"
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Anonimo.
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Iscritto: 14 Gen 2006
Messaggi: 6707

MessaggioInviato: Lun 04 Giu, 2007 6:23 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

akira ha scritto:
ok! siete tutti dei gran geni....sono impressionata
dalle mie parti questi ricamini vengono chiamate "polpette"

...non ho capito dov'è il problema... Se Susan Sontag non ti piace è una tua legittima opinione, se non capisci come scrive fatti aiutare che i prof sono pagati per quello, ma non è che se uno scrittore si stacca dal "cosare, una cosa, cioè, cosiamo" debba essere PER QUESTO considerato uno schifo. E' una delle "penne" più potenti, incisive, poliedriche del secolo - se non scrive come le freddure di Totti pazienza!

Alberto
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bruko
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Iscritto: 21 Feb 2005
Messaggi: 1871
Località: Bassano del Grappa

MessaggioInviato: Lun 04 Giu, 2007 7:21 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Questo libro in particolare e' uno di quelli a cui sono piu' legata e che a me personalmente e' stato utilissimo per focalizzare l'attenzone su tematiche in cui mi interrogavo senza cercare vere e proprie analisi che mi soddisfacessero.
Oltretutto e' tra i piu' accessibili che io abbia letto (trovo che il limite degli autori italiani di saggi sia spesso quello di complicare con un sacco di paroloni, note e citazioni -per dare autorevolezza- dei testi che meriterebbero di essere piu' scorrevoli. Signorini e Marra mi perdonino...).
Anche se ovviamente non e' il libro che consiglierei a mio cugino di sei anni per leggere qualcosa sotto l'ombrellone, e' sicuramente un saggio che andrebbe letto... e poi e' un libercolo minuscolo, dai.

Quello che io amo della sontag e' il suo modo di mantenere la propria visione senza pretese di porsi come voce assoluta e la sua analisi e' tanto lucida e per me condivisibile da risultare quasi ovvia. Senza mai esserlo.
A me l'hanno fatta conoscere alla RISD e avere un'esperienza poco piu' che superficiale della cultura americana aiuta a cogliere molti dei riferimenti, che magari a noi parlano meno.

Una delle cose buffe per me legate a questo libro e' che la mattina in cui stavo leggendo il capitolo su Diane Arbus rammaricandomi tra me e me dell'assenza delle foto di cui parlava (in particolare quella della cameriera del campo nudisti, che non avevo mai avuto modo di vedere), mi ha contattato una signora americana che legge il mio livejournal, in cui avevo parlato di Diane Arbus qualche giorno prima, dicendomi che le dispiaceva di disturbarmi per una cosa di cui forse non mi sarebbe interessato nulla, ma che il giorno prima era uscito un articolo su Diane Arbus nel giornale locale e che riportava una foto che la Arbus le aveva scattato quando lavorava come cameriera in un campo nudista. Me lo scansiono' e me lo invio'. Devo troppo cercare se in qualche backup si e' salvata quella mail...
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Anonimo.
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Iscritto: 14 Gen 2006
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MessaggioInviato: Mar 05 Giu, 2007 12:10 am    Oggetto: Rispondi con citazione

...alludi a questa?

http://www.artnet.com/artwork/424296633/424175658/diane-arbus-waitress-nude.html

Alberto
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d23
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Iscritto: 07 Gen 2006
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MessaggioInviato: Mar 05 Giu, 2007 2:00 am    Oggetto: Rispondi con citazione

"La fotografia è nel conservare passibili di indagine momenti che il normale fluire del tempo sostituisce completamente"

azz...ma cosa c'è di incomprensibile in questa frase?

Cosa farete quando vi troverete a studiare, invece che da un classico, dal libro di testo che il vostro prof universitario( barone, politicizzato, ex leccaculo, ignorante, mafioso.. etc) vi obbligherà a comprare xrkè scritto dal lui ( che è prof di quella materia x i suddetti motivi) o da sua moglie?

quello si che girerà a vuoto sarà inconcludente etc...etc... etc...
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claudiom
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Iscritto: 05 Lug 2004
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MessaggioInviato: Mar 05 Giu, 2007 3:24 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ho chiesto quali fossero le scuole frequentate non per fare della facile ironia, ma proprio per saperlo.

I rilievi e pareri di Alberto e Nico mi sembrano più che appropriati.

Mi ritrovo costretto a rileggere almeno in parte un testo che mi parve non diverso nel linguaggio da quasi tutti gli altri letti sull'argomento, del che ringrazio l'autore del post.

Forse sono solo andato a scuola in un periodo diverso, più lontano, meno condiscendente.

Ciao, Claudio.
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federico87
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Iscritto: 22 Apr 2007
Messaggi: 900

MessaggioInviato: Mar 05 Giu, 2007 6:12 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Citazione:
Sicuramente il traduttore ha voluto essere più realista del re ed ha cercato di imitare la sintesi della Sontag, il problema traducendo dall'inglese è che l'italiano ha bisogno di molte più parole per "impacchettare" un concetto in maniera digeribile. Per rendersene conto basta guardare le istruzioni di un apparecchio.


In effetti mi sono letto qui http://www.susansontag.com/onphotographyexcrpt.htm un estratto dal libro in inglese, mi sembra una scrittura più che comprensibile e senza eccessivi preziosismi, tra l'altro comprensibile anche a me che non sono così bravo in inglese gà ad una lettura veloce

Citazione:
"La fotografia è nel conservare passibili di indagine momenti che il normale fluire del tempo sostituisce completamente"

azz...ma cosa c'è di incomprensibile in questa frase?


Di incomprensibile non ci trovo niente ma non mi sembra una frase che brilla ne per chiarezza ne per eleganza.
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