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Una notte da fiaba
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Una notte da fiaba
di Flavia Daneo
Dom 13 Dic, 2020 4:40 pm
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Autore Messaggio
Flavia Daneo
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Iscritto: 28 Ago 2010
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MessaggioInviato: Lun 14 Dic, 2020 6:17 pm    Oggetto: Una notte da fiaba Rispondi con citazione

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pamar
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MessaggioInviato: Mar 15 Dic, 2020 12:42 am    Oggetto: Rispondi con citazione

I titoli alle fotografie.... io (mio pensiero personale da molti non condiviso) sono stra convinto che una foto debba "parlare" da sola senza il veicolo delle parole. Un titolo ci sta per un Portfolio, non per uno scatto singolo. A volte poi capita che titolo ed immagine non vadano d'accordo ma siano discordi. Questo, a mio avviso, ne è un esempio. Io non ci vedo un sogno. A me arriva l'impressione di una donna quasi in ansia. Titubante e nel contempo un uomo con lo sguardo che rimanda ad autorità, comando. Vedo lei in soggezione e quasi intimorito e lui pronto ad imporre ed esigere. Sono forse solo mie personali interpretazioni. Da questo lato trovo la foto intrigante e buonissima. Non scontata ma particolare e per nulla banale.... se non contrastasse con il titolo.... senza quelle parole meriterebbe un 10.

Marco

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Flavia Daneo
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Iscritto: 28 Ago 2010
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MessaggioInviato: Mar 15 Dic, 2020 8:40 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Grazie Marco per il commento ricco di spunti e stimoli.
Parto dal primo punto: il titolo.
Nel pieno rispetto delle convinzioni altrui, io ritengo che il titolo sia quasi indispensabile tranne rari casi. Addirittura, sotto molte foto, vorrei che ci fosse una didascalia o un breve testo descrittivo. Escluse le foto di moda e i nudi, avere notizie supplementari su un paesaggio, un fiore/animale, un'architettura, penso sia un valore aggiunto. Non parliamo poi di una foto di viaggio o di reportage. Non conoscendo il contesto perderei buona parte del suo valore. Un po' come un quadro: il quadro resta bellissimo ma se conosco il contesto culturale , le allegorie e i simboli della Primavera del Botticelli la apprezzo ancora di più.
Non è vero, a mio avviso, che l'opera parla da sola. Certo, mi piace o non mi piace di primo acchito, ma non è sufficiente. Molto, moltissimo dipende dalla mia cultura, dal mio vissuto, dalla mia sensibilità. Che non è uguale per tutti e che comunque può essere ampliata da quella dell'autore dell'opera.
Venendo al mio scatto, è uno dei miei tanti scatti carnevaleschi. Era quasi buio (si vedono le luci) ed è comparsa questa coppia di stranieri. Probabilmente si stavano recando a qualche festa privata perché si sono fermati pochissimo, giusto per accontentare qualche fotografo. Ne ho approfittato.
Lei era vestita da Cenerentola al ballo, lui era il suo principe. A un certo momento ha assunto questa espressione, lo sguardo perso e melanconico, mi pareva pensasse che mezzanotte era vicina e che la fiaba sarebbe finita mentre lui , ignaro, cercava di capire il motivo di quell'ombra di tristezza e di quel cambiamento.
Questo è quello che ci ho visto io. Indipendentemente da questo, credo che per loro due quella sia stata davvero una "notte da fiaba".
Ciao 🤗
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pamar
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Iscritto: 03 Feb 2006
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MessaggioInviato: Mar 15 Dic, 2020 9:39 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Ciao Flavia,
visto che ne è nato un interessante scambio di vedute, torno sulla questione titolo. esistono fotografie e fotografie, titoli e titoli, non penso si possa generalizzare e fare di ogni erba un fascio. Il mio discorso sulla non essenzialità di un titolo è riferito a quei titoli che servono ad indirizzare il fruitore su connotati dell’immagine altrimenti non possibili da cogliere solo vedendo la fotografia. Se, per esempio, vi è un elemento, una visione, un messaggio insito nella fotografia che essa non è in grado di veicolare da sola e che è evidente solamente per l’autore, questo è un caso dove un titolo sopperisce ad quello che l’immagine non fa da sola. Se ci riferiamo ad opere concettuali o con forti connotati filosofico, tra l’altro, penso che un semplice titolo non sia in grado di sviscerare nella sua completezza quanto vi è alla base dell’opera; questo, fra l’altro, è un ambito diverso ancora perché richiederebbe un approccio e studio di tipo diverso. Completamente diverso è il caso che menzioni di una foto (per esempio) paesaggistica. Il titolo qualifica il luogo e rende lo spettatore consapevole riguardo al dove è il luogo ritratto. Non è una spiegazione di connotati della fotografia ma una semplice indicazione di dove è situato essa quanto rappresenta. in parole povere io penso che un conto è un titolo “descrittivo” che dichiara informazioni per inquadrare la fotografia. Altro conto è un titolo esplicativo che spiega elementi atti ad indirizzare lo spettatore verso i fini e proposito. Ancora diverso è il caso di un portfolio dove vi è addirittura uno statement, ossia un discorso atto ad illustrare il lavoro. Statement che spesso è oscuro e da molti viene definito come “male necessario”.
Alla fine, riassumendo, quando affermo che un titolo non serve, per chiarezza, intendo dire che un titolo non dovrebbe essere elemento senza il quale l’immagine non è in grado di reggersi da sola nella sua completezza. Diverso è il caso di un titolo che serve a fornire informazioni (di luogo, temporale ecc.).
Poi chiaramente ciascuno ha una sua opinione e visione personale e basata su proprie idee e opinioni che non mi sogno di contestare per partito preso.

Marco

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Flavia Daneo
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MessaggioInviato: Mar 15 Dic, 2020 10:00 am    Oggetto: Rispondi con citazione

pamar ha scritto:
Ciao Flavia,
visto che ne è nato un interessante scambio di vedute, torno sulla questione titolo. esistono fotografie e fotografie, titoli e titoli, non penso si possa generalizzare e fare di ogni erba un fascio. Il mio discorso sulla non essenzialità di un titolo è riferito a quei titoli che servono ad indirizzare il fruitore su connotati dell’immagine altrimenti non possibili da cogliere solo vedendo la fotografia. Se, per esempio, vi è un elemento, una visione, un messaggio insito nella fotografia che essa non è in grado di veicolare da sola e che è evidente solamente per l’autore, questo è un caso dove un titolo sopperisce ad quello che l’immagine non fa da sola. Se ci riferiamo ad opere concettuali o con forti connotati filosofico, tra l’altro, penso che un semplice titolo non sia in grado di sviscerare nella sua completezza quanto vi è alla base dell’opera; questo, fra l’altro, è un ambito diverso ancora perché richiederebbe un approccio e studio di tipo diverso. Completamente diverso è il caso che menzioni di una foto (per esempio) paesaggistica. Il titolo qualifica il luogo e rende lo spettatore consapevole riguardo al dove è il luogo ritratto. Non è una spiegazione di connotati della fotografia ma una semplice indicazione di dove è situato essa quanto rappresenta. in parole povere io penso che un conto è un titolo “descrittivo” che dichiara informazioni per inquadrare la fotografia. Altro conto è un titolo esplicativo che spiega elementi atti ad indirizzare lo spettatore verso i fini e proposito. Ancora diverso è il caso di un portfolio dove vi è addirittura uno statement, ossia un discorso atto ad illustrare il lavoro. Statement che spesso è oscuro e da molti viene definito come “male necessario”.
Alla fine, riassumendo, quando affermo che un titolo non serve, per chiarezza, intendo dire che un titolo non dovrebbe essere elemento senza il quale l’immagine non è in grado di reggersi da sola nella sua completezza. Diverso è il caso di un titolo che serve a fornire informazioni (di luogo, temporale ecc.).
Poi chiaramente ciascuno ha una sua opinione e visione personale e basata su proprie idee e opinioni che non mi sogno di contestare per partito preso.

Marco


Utile approfondimento, Marco.
Ho avuto la tentazione di scrivere qualcosa di simile ma avevo paura di diventare prolissa. La tua sintesi è ottima.
Grazie ancora.
Flavia
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Anna Marogna
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MessaggioInviato: Mar 15 Dic, 2020 11:22 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Un ballo è la prima cosa cui ho pensato . Le luci ...la fiaba di un sogno o il sogno di una fiaba da vivere con Lei protagonista col suo sguardo imaginifico.
Il titolo ? Sostenitrice quasi una fan anche delle didascalie. Perchè? perchè mi piace la comunione tra lingua e immagine ( anch'essa linguaggio), apprezzo il pensiero dell'Autore nel trovarlo ,nel suo esercizio lessicale e che con esso mi guidi anche attraverso la parola a entrare nel suo pensiero. Non sono un critico ma un fruitore e in questo senso " l'ancoraggio" spesso mi accompagna verso una più precisa metrica interpretativa della fotografia. Un veicolo quindi che mi far essere "più vicina" a chi ha scattato e mi ci soffermo con ancor maggiore attenzione che non cambia il mio 'giudizio' ma capire mi piace assai .
Così sai Flavia? solo un'opinione Smile
ciao Anna
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Flavia Daneo
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Messaggi: 6119

MessaggioInviato: Mar 15 Dic, 2020 11:43 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Anna Marogna ha scritto:
Un ballo è la prima cosa cui ho pensato . Le luci ...la fiaba di un sogno o il sogno di una fiaba da vivere con Lei protagonista col suo sguardo imaginifico.
Il titolo ? Sostenitrice quasi una fan anche delle didascalie. Perchè? perchè mi piace la comunione tra lingua e immagine ( anch'essa linguaggio), apprezzo il pensiero dell'Autore nel trovarlo ,nel suo esercizio lessicale e che con esso mi guidi anche attraverso la parola a entrare nel suo pensiero. Non sono un critico ma un fruitore e in questo senso " l'ancoraggio" spesso mi accompagna verso una più precisa metrica interpretativa della fotografia. Un veicolo quindi che mi far essere "più vicina" a chi ha scattato e mi ci soffermo con ancor maggiore attenzione che non cambia il mio 'giudizio' ma capire mi piace assai .
Così sai Flavia? solo un'opinione Smile
ciao Anna


Un'opinione arricchente anche la tua Anna.
Te ne sono grata.
Ciao 🤗
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