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di pacship
Lun 14 Mgg, 2018 7:13 pm
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pacship
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Iscritto: 28 Apr 2018
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MessaggioInviato: Lun 14 Mgg, 2018 7:16 pm    Oggetto: C H U K U D U ! Rispondi con citazione

Suggerimenti e critiche sempre ben accetti
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pacship
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Iscritto: 28 Apr 2018
Messaggi: 36
Località: Roma

MessaggioInviato: Lun 14 Mgg, 2018 7:18 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Reportage Congo
Sei mai stato in Congo? mi venne chiesto . . . prima di partire per una trasferta di lavoro. No, e dirò di più: mai stato in Africa. È così che tutto inizia per me nel 2013. E che posto è il Congo? Dopo 5 anni ed altrettante missioni (brevi), ancora non lo so. A malapena, ho capito qualcosa di Goma (capoluogo del Nord Kivu) e del suo figlio più illustre, che non è un concittadino, ma un mezzo di trasporto partorito dalla mente di un genio: il mitico Chukudu. Chiunque l’abbia inventato era un genio come il nostro Corradino D’Ascanio quando creò la Vespa. Il Chukudu è un mezzo di trasporto scolpito nel legno e spinto dalla forza motrice umana di gambe e braccia. Guardare per credere https://www.youtube.com/watch?v=M4E8K1mh7js
Qualcuno si ricorderà di aver sentito parlare del genocidio del Ruanda nel 1994 . . . beh, ecco, quella parte del Congo (nazione che, da sola, è grande quanto la nostra Europa Occidentale . . .) che confina con il Ruanda, ai tempi del genocidio venne completamente destabilizzata da un esodo biblico di più di un milione di profughi . Come se non bastasse, nel 2002, a meno di dieci anni dalla tragedia, la natura pensò che fosse il suo turno ed il Vulcano Nyragongo con una catastrofica eruzione distrusse gran parte della città di Goma e fece altri trecentomila profughi.
La vita umana, ha un altro valore, laggiù. Tutto, è ridotto all’essenziale, come capita quando il problema non è nemmeno vivere, quanto sopravvivere. Le mie modeste foto, vogliono tradurre in immagini questo concetto. E tuttavia, nella ironica e struggente tenerezza di alcune di queste foto, non posso fare a meno di percepire una grande dignità d’animo ed una capacità di sopportazione che nemmeno possiamo immaginare. Condivido con voi questo piccolo reportage, perché il Congo mi è rimasto nel cuore.
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GiovanniQ
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Iscritto: 18 Dic 2009
Messaggi: 30391
Località: Roma

MessaggioInviato: Lun 14 Mgg, 2018 7:32 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Gran buon lavoro, sentito con il cuore e tradotto con la tecnica, grazie per aver condiviso e per aver corredato il tutto con questo breve racconto, molto interessante e istruttivo, il video su YT e' una chicca.

Very good. Smile

_________________
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Anna Marogna
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Iscritto: 30 Mgg 2017
Messaggi: 2729
Località: Udine

MessaggioInviato: Lun 14 Mgg, 2018 7:37 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Un interessante reportage ai ‘confini del mondo’ in cui tutte le nostre percezioni di povertà sono annullate. Non manubri,comodi sellini o freni efficienti ma la sola forza delle braccia e delle gambe. Lessi che rappresentano una sorta di emancipazione della donna,anche, sfruttate come bestie da soma oltre che una fonte di ‘benessere’ per una famiglia.
Foto ben fatte con la tua caratteristica post. Non tutte della stessa valenza e composizione ma in tutte una narrazione che fila fino alla fine. Complimenti per aver focalizzato un aspetto poco conosciuto.
Buona serata,Anna
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Bruno Tortarolo
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Iscritto: 28 Mgg 2017
Messaggi: 5131
Località: Celle Ligure

MessaggioInviato: Lun 14 Mgg, 2018 8:29 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Praticamente l'invenzione della ruota 2.0, foto estremamente emblematiche, alcune struggenti e talmente al di fuori dagli usi europei da lasciare allibiti.
Alcune veramente belle, mi piace molto "shoppers" dalla fortissima contraddizione, un piccolo suggerimento potrebbe essere quello di usare più omogeneità nella lavorazione, la visione ne risulta assai più gradevole.
Molto interessante, se ne vorrebbero vedere di più una volta alla fine.
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Antonio Mercadante
moderatore


Iscritto: 21 Giu 2009
Messaggi: 11359
Località: Marigliano (NA)

MessaggioInviato: Lun 14 Mgg, 2018 8:53 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Posti così lontani dalla nostra vita quotidiana ci trasmettono uno stupore che va al dilà della tecnica fotografica. Le scene e i soggetti che hai scelto di ritrarre sono molto interessanti, avrei cercato però maggiore omogeneità nella post. Ci sono scatti come il primo che trovo troppo lavorati (il cielo per esempio presenta aloni e/o artefatti a mio avviso dovuti ad una post troppo spinta). Anche la 9 è una scena a mio avviso dal forte potenziale dove però trovo una forte bruciatura in alto a destra oltre ad un riflesso strano in alto a sinistra. In somma, hai scelto bene le tue scene, il contenuto c'è ma ti raccomando maggiore uniformità e pulizia. Un caro saluto Ciao
_________________
Antonio Mercadante
NIKON Z5, Z6II, Z24-70 f/4 S, Z35 f/1.8 S, Z85 f/1.8 S, SB700; Panasonic LX100M2 Mio Flickr

"Un fotografo professionista non è altro che un fotografo dilettante che non ha mai smesso di provarci"
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pacship
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Iscritto: 28 Apr 2018
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MessaggioInviato: Lun 14 Mgg, 2018 9:08 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

GiovanniQ ha scritto:
Gran buon lavoro, sentito con il cuore e tradotto con la tecnica, grazie per aver condiviso e per aver corredato il tutto con questo breve racconto, molto interessante e istruttivo, il video su YT e' una chicca.

Very good. Smile


Grazie, Giovanni. La tecnica, purtroppo, è quella che è: carente e lacunosa per mia stessa ammissione e risultato della mia pigrizia nell'affrontare il "mezzo" espressivo. Mi fa piacere, tuttavia, essere riuscito a trasmettere qualcosa di quello che ho visto e che quelle persone vivono nel quotidiano.

Marco
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pacship
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Iscritto: 28 Apr 2018
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Località: Roma

MessaggioInviato: Lun 14 Mgg, 2018 9:21 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Anna Marogna ha scritto:
Un interessante reportage ai ‘confini del mondo’ in cui tutte le nostre percezioni di povertà sono annullate. Non manubri,comodi sellini o freni efficienti ma la sola forza delle braccia e delle gambe. Lessi che rappresentano una sorta di emancipazione della donna,anche, sfruttate come bestie da soma oltre che una fonte di ‘benessere’ per una famiglia.
Foto ben fatte con la tua caratteristica post. Non tutte della stessa valenza e composizione ma in tutte una narrazione che fila fino alla fine. Complimenti per aver focalizzato un aspetto poco conosciuto.
Buona serata,Anna


Grazie, Anna del passaggio e del commento. In effetti ho capito e percepito l'orgoglio delle persone del posto, riguardo al Chukudu: perché, ancora nel 2013 (ora la situazione da questo punto di vista è migliorata) molte delle strade di Goma erano ridotte in uno stato spaventoso, come risultato della colata lavica del 2002. Tentate di immaginare tutto questo, con l'aggiunta degli effetti di torrenziali piogge equatoriali e capirete allora come sia possibile che, un mezzo - solo in apparenza primitivo (che può fa sorridere e pensare ai Flintstones) - sia in realtà un colpo d'ala e un autentica manna dal cielo.

Marco
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pacship
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Iscritto: 28 Apr 2018
Messaggi: 36
Località: Roma

MessaggioInviato: Lun 14 Mgg, 2018 9:32 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Bruno Tortarolo ha scritto:
Praticamente l'invenzione della ruota 2.0, foto estremamente emblematiche, alcune struggenti e talmente al di fuori dagli usi europei da lasciare allibiti.
Alcune veramente belle, mi piace molto "shoppers" dalla fortissima contraddizione, un piccolo suggerimento potrebbe essere quello di usare più omogeneità nella lavorazione, la visione ne risulta assai più gradevole.
Molto interessante, se ne vorrebbero vedere di più una volta alla fine.


Grazie, Bruno delle osservazioni e del commento. Il mio primo impatto a bordo di un mezzo dell'ONU con il quale visitai la prima volta la città di Goma, fu per me sconcertante. Mi raccomandarono di non abbassare mai i finestrini e tenere rigorosamente chiuse le portiere del mezzo 4x4. Sul momento, rimasi perplesso, poiché pensavo (ingenuo!) che le auto dell'ONU fossero viste dai locali come il bianco destriero dei paladini della Tavola Rotonda di Re Artù . . . Ma Goma non è Camelot e poco tempo dopo ho capito perché mai le grandi organizzazioni internazionali non godano sempre di chiara fama. Ecco allora che la disomogenità dei miei scatti (più che ad una PP ondivaga) è dovuta alla disomogeneità stessa della materia prima, cioè al modo stesso con cui sono stati fatti gli scatti, con la fretta ed il timore di "non abbassare" i finestrini. Ammetto di essermi sentito in una colpevole bolla ideale, ma ho tentato ugualmente di catturare il genius loci e qualcosa, spero, sono riuscito a restituire.

Marco
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pacship
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Iscritto: 28 Apr 2018
Messaggi: 36
Località: Roma

MessaggioInviato: Lun 14 Mgg, 2018 10:09 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Antonio Mercadante ha scritto:
Posti così lontani dalla nostra vita quotidiana ci trasmettono uno stupore che va al dilà della tecnica fotografica. Le scene e i soggetti che hai scelto di ritrarre sono molto interessanti, avrei cercato però maggiore omogeneità nella post. Ci sono scatti come il primo che trovo troppo lavorati (il cielo per esempio presenta aloni e/o artefatti a mio avviso dovuti ad una post troppo spinta). Anche la 9 è una scena a mio avviso dal forte potenziale dove però trovo una forte bruciatura in alto a destra oltre ad un riflesso strano in alto a sinistra. In somma, hai scelto bene le tue scene, il contenuto c'è ma ti raccomando maggiore uniformità e pulizia. Un caro saluto Ciao


Grazie, Antonio. Ho scelto volutamente di ritrarre vite di scena quotidiana, dal "negozietto" di telefonia, alla signora che guarda da fuori "casa sua" passando per i bambini che si fanno i chilometri per portare l'acqua a casa, camminando su strade fangose e dissestate con poveri sandaletti ai piedi. Il Chukudu fa un po' da filo conduttore, ma ho voluto immortalare anche l'Ufficio delle imposte e ricordarmi lo stridente contrasto tra la pubblicità "arancione" di benvenuto e gli sguardi smarriti delle donne locali.

Marco
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Klizio
redazione


Iscritto: 03 Ott 2016
Messaggi: 4916
Località: Cagliari

MessaggioInviato: Mar 15 Mgg, 2018 6:51 am    Oggetto: Rispondi con citazione

I bimbi che trasportano l'acqua è un' immagine che resta impressa, da lì inizia questo piccolo viaggio tra paesaggi sconvolti e sconvolgenti, case di tenda, umanità colta nel suo quotidiano, per noi lontanissimo, stile di vita. Protagonista è questa specie di via di mezzo tra un monopattino e uno scooter:che vediamo utilizzato come carrello per il trasporto merci.
Marco, l' importante qui era non superare una linea sottilissima, quella della retorica, dell'osservazione pietosa, volta a creare la commozione verso il meno fortunato. Dovevi limitarti a cogliere e rispettare la loro vita, questa loro quotidianità, e lo hai fatto. Qui si sostanzia la tua capacità fotografica, che non è precisione compositiva, sfruttamento dei punti luce, attenzione ai tagli etc. etc. .... ma scelta consapevole di cosa voler raccontare.
Tutta la serie, infatti, ci mostra attività di lavoro quoridiano di queste persone, chi trasporta l' acqua, chi altre merci, oppure le abitazioni di tenda o comunque altri aspetti che ci fanno cogliere una dimensione reale. La linea narrativa per questo è omogenea.
La mia preferita resta la prima, ma è il lavoro nel suo insieme che è straordinario.
Per me tutti i dettagli tecnici, che pure sono importanti, qui hanno una rilevanza secondaria, perchè il racconto è così vero e genuino che i vari difetti, che pur ci sono, non mi arrecano alcun disturbo.

Stellizzo senza pensarci un attimo.
Complimenti sinceri.


Ciao

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Nicola



>>> In memoria di Max

Vedere con gli occhi degli altri, far guardare con i propri.
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littlefà
coordinatore


Iscritto: 12 Ago 2011
Messaggi: 14488

MessaggioInviato: Mar 15 Mgg, 2018 10:49 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Mi hai condotta per mano in una realtà lontana,raccontata con onestà , partecipazione, senza mai affidarti ad una descrizione cruda e nuda ma arricchendola di sensibilità,la tua,evidente nel tuo modo di rappresentare dei luoghi che senza dubbio ti hanno toccato nel profondo. Scene di un quotidiano in cui la ricchezza degli sguardi della gente che lo vive, stride con la povertà e la difficoltà urlata dai luoghi e i contesti. Certo da affinare qualcosa a livello tecnico e di "struttura"nel reportage, ma la tecnica passa in secondo piano davanti a messaggi efficaci.Bel lavoro Marco Ciao
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Fabiana
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Flavia Daneo
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Iscritto: 28 Ago 2010
Messaggi: 6116

MessaggioInviato: Mar 15 Mgg, 2018 11:18 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Mi unisco ai complimenti per questo efficace reportage. Qualche lavorazione in pp a mio modo vedere eccessiva in alcuni scatti, ma per il resto la restituzione della dura realtà locale è resa senza retorica e senza inutili fronzoli.
Ciao Ciao
p.s. vedo che sono più avanzati che non in Etiopia: il trabiccolo ha le ruote, in Etiopia i trabiccoli del genere non hanno nemmeno quelle, sono trascinati a forza di braccia Triste
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pacship
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Iscritto: 28 Apr 2018
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MessaggioInviato: Mar 15 Mgg, 2018 6:45 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Klizio ha scritto:
I bimbi che trasportano l'acqua è un' immagine che resta impressa, da lì inizia questo piccolo viaggio tra paesaggi sconvolti e sconvolgenti, case di tenda, umanità colta nel suo quotidiano, per noi lontanissimo, stile di vita. Protagonista è questa specie di via di mezzo tra un monopattino e uno scooter:che vediamo utilizzato come carrello per il trasporto merci.
Marco, l' importante qui era non superare una linea sottilissima, quella della retorica, dell'osservazione pietosa, volta a creare la commozione verso il meno fortunato. Dovevi limitarti a cogliere e rispettare la loro vita, questa loro quotidianità, e lo hai fatto. Qui si sostanzia la tua capacità fotografica, che non è precisione compositiva, sfruttamento dei punti luce, attenzione ai tagli etc. etc. .... ma scelta consapevole di cosa voler raccontare.
Tutta la serie, infatti, ci mostra attività di lavoro quoridiano di queste persone, chi trasporta l' acqua, chi altre merci, oppure le abitazioni di tenda o comunque altri aspetti che ci fanno cogliere una dimensione reale. La linea narrativa per questo è omogenea.
La mia preferita resta la prima, ma è il lavoro nel suo insieme che è straordinario.
Per me tutti i dettagli tecnici, che pure sono importanti, qui hanno una rilevanza secondaria, perchè il racconto è così vero e genuino che i vari difetti, che pur ci sono, non mi arrecano alcun disturbo.

Stellizzo senza pensarci un attimo.
Complimenti sinceri.


Ciao



Ciao Nicola, grazie per il generoso giudizio: si, ammetto anche io di avere una predilizione per la foto dei giovani portatori d'acqua, perché sintetizza un dramma quanto mai attuale. L'oro blu, di cui noi godiamo (fatti salvi gli inverni siccitosi) senza renderci conto della fortuna che abbiamo, con la nostra acqua corrente e potabile . . . la giovinezza di un continente e di un paese che potrebbero essere degli autentici paradisi in terra, ma che per molti dei loro abitanti sono altrettanti inferni . . . Meriterebbe poi di essere raccontata la storia del cuoco Isidore, che ho conosciuto in loco, a Goma, ma al quale non ebbi mai - ed ora me ne rammarico - la sfrontatezza di chiedere un ritratto.

Marco
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pacship
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MessaggioInviato: Mar 15 Mgg, 2018 6:53 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

littlefà ha scritto:
Mi hai condotta per mano in una realtà lontana,raccontata con onestà , partecipazione, senza mai affidarti ad una descrizione cruda e nuda ma arricchendola di sensibilità,la tua,evidente nel tuo modo di rappresentare dei luoghi che senza dubbio ti hanno toccato nel profondo. Scene di un quotidiano in cui la ricchezza degli sguardi della gente che lo vive, stride con la povertà e la difficoltà urlata dai luoghi e i contesti. Certo da affinare qualcosa a livello tecnico e di "struttura"nel reportage, ma la tecnica passa in secondo piano davanti a messaggi efficaci.Bel lavoro Marco Ciao


Grazie, Fabiana. Rivedendo queste foto a distanza di quasi cinque anni (anche se sono poi tornato più volte, negli stessi luoghi fino al 2016) mi sono chiesto quale fosse (e se ci fosse per me) il senso del modo di dire "mal d'Africa". Non saprei: c'è qualcosa di essenziale nella vita e nelle persone che riconduce ad uno stato di natura, nel senso che siamo costretti a spogliarci di tante sovrastrutture, ma non ho nostalgia dei luoghi, quanto dell'atmosfera umana ed il rammarico, in quei tre anni di frequenza, di non aver mai visitato il Parco Nazionale dei Monti Virunga e aver cercato di incontrare i mitici Gorilla di montagna (che rimandano alla naturalista Diane Fossey, tragicamente uccisa dai bracconieri ed interpretata sul grande schermo da Sigourney Weaver)

Marco
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MessaggioInviato: Mar 15 Mgg, 2018 8:05 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Flavia Daneo ha scritto:
Mi unisco ai complimenti per questo efficace reportage. Qualche lavorazione in pp a mio modo vedere eccessiva in alcuni scatti, ma per il resto la restituzione della dura realtà locale è resa senza retorica e senza inutili fronzoli.
Ciao Ciao
p.s. vedo che sono più avanzati che non in Etiopia: il trabiccolo ha le ruote, in Etiopia i trabiccoli del genere non hanno nemmeno quelle, sono trascinati a forza di braccia Triste


Grazie, Flavia. L'ingegnosità leonardesca del (per me) ignoto inventore del Chukudu ha giustamente meritato alla sua invenzione una statua in una delle rotonde principali della città di Goma, come peraltro si vede nel filmato il cui link su Youtube, potete trovare nella mia descrizione iniziale. Mi sono chiesto cosa avrei fatto con la vecchia e paterna Leica M3 . . . forse nemmeno uno scatto, vista ormai la mia congenita incapacità di maneggiare il mezzo analogico, e, tuttavia, sarei stato curioso di sapere cosa ne avrei tratto. Chissà, magari, una prossima volta . . .

Marco
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Barbossa
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MessaggioInviato: Mer 16 Mgg, 2018 6:09 am    Oggetto: Rispondi con citazione

Mi unisco ai complimenti. Bellissimo racconto di un mondo lontano.
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nerofumo
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Località: Satriano (cz)

MessaggioInviato: Ven 18 Mgg, 2018 1:35 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Miseria allo stato puro. Loro non sembrano patirne, almeno non troppo, ma a noi foto del genere appaiono nella loro crudezza soprattutto quando non si utilizzano certi formalismi o filtri. E tu sembra che di formalismi non ne hai usati. La luce è ottima, buona anche la composizione, la terz'ultima è un pò fuori dal coro ma ha un suo perchè. Mancano dei ritratti più ravvicinati e a mio avviso l'incedere su quelle strane biciclette risulta un pò eccessivo nell'economia generale del reportage.
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Non mi prenderete mai.
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