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Riflessi 03
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NIKON D100 - 200mm
1/350s - f/5.6
Riflessi 03
di d.kalle
Lun 13 Ott, 2008 8:21 am
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d.kalle
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MessaggioInviato: Lun 13 Ott, 2008 8:21 am    Oggetto: Riflessi 03 Rispondi con citazione

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d.kalle
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MessaggioInviato: Lun 13 Ott, 2008 3:50 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

State...Riflettendo? Wink
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giorgio
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MessaggioInviato: Lun 13 Ott, 2008 8:44 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

d.kalle ha scritto:
State...Riflettendo? Wink


Si. Su cosa si intenda per "immagine".
Da questa, e altre parti, pensando che derivi dal tardo latino "imitaginem" (Porfirio) o meglio da "mimaginem" (dal greco "mimeomai" = imito ), o da un lontano "imgo" (che sarebbe un primitivo vocabolo ugro-finnico, "agglutinato" ad indicar "visibile", più che "imitato"), si tende a ritenere che con "immagine" si possa onnicomprensivamente concepire la "rappresentazione" di un quid qualchessia mediante la pittura, la scultura, la fotografia, ecc. E siccome niente è più stabile d'un errore che entra nella consuetudine del pensiero, prima che del linguaggio, tralaticiamente, per "immagine" si intende solo un' "imitazione", senza troppo curarsi che sia resa con mezzi espressivi "manuali" o "vocali". Se resa con i "manuali" ( a parte gli attrezzi usati per realizzarla ) essa può esser "figurata", "sfigurata", "astratta", "materica", "enucleata", ecc. Ecco, la tua - se immagine fosse, e quindi "rappresentazione" di una purchessia cosa - potrebbe essere un'immagine "sfigurata", o, nel suo spargersi e moltiplicarsi in strie e blocchi di colore, una "materica", o, nel suo intimo bisogno d'espressività "di per sè", una rappresentazione "enucleata", o altro ancora. Bene. Ma premettere tutto ciò serve solo a chi ritiene che un' "immagine" possa e debba essere qualcosa di ben più complesso e diverso da una pura "rappresentazione" e sia altro e ben diverso da quello. La questione venne ritenuta interessante (so bene che oggi pochi sono curiosi di conoscerla) e affrontata, prima che da altri, da un signore campano, Francesco De Sanctis, nato poco meno di duecento anni fa a Morra Irpina. Essendo uno scrittore e un critico letterario, Egli concepì un'opera formidabile, la "Storia dela Letteratura Italiana", ove, appunto la "storia della rappresentazione" si stacca dal consueto suo modo d'esser intesa e diviene il centro di una complessa, entusiasmante indagine che culmina nel riconoscimento della "Fantasia", qual mezzo "estetico" (quindi "etico", perchè dall' "etica" promana) occorrente alla rappresentazione di valori che noi, tutt'insieme come sono, definiamo "Arte". Ossia, mi spiego semplicemente. Afferma, dunque, il De Sanctis che non interessa indagare cosa si intenda per "rappresentazione" - essendo essa frutto d' "attività intima" sfugge a ogni descrizione - importa, invece, coglierne il suo vero senso, ch'è semplice e complesso a un tempo: Semplice: è rivelazione d'un evento esteriore o interiore che ha un senso; Complesso: è prefigurazione o presentimento d'un intima significanza che non si mostra coi mezzi della Scienza (se non in via mediata) ma con quelli della Fantasia (che son quelli che posseggono le 7 Muse + l'ottava ). Insomma, credo tu abbia capito che della tua fotografia mi interessa capire se essa "rappresenti" qualcosa e se quel qualcosa appartenga al mondo dei valori dettati dalla Fantasia. Del suo esser "immagine", nel senso che noi comunemente diamo al lemma, o meno, non mi interessa affatto.
Cominciamo allora coll'analizzare la forma della tua "significazione", premettendo una solenne affermazione: sia stata ottenuta così o cosà, "fabbricandoti" il fluido o semplicemente elaborando superfici colorate, è totalmente fuori dai mezzi della mia presente indagine critica.
Dunque. I tuoi "Riflessi 03" si presentano come un emergere di un "continuum" di simboli dalla superficie d'un fluido, segnato a bande verticali policromiche; partendo da sinistra: azzurro carico, rosso mattone, caffellatte. La dominante tonale della significazione è, comunque, quella policromicamente contenuta nei geometrismi simbolici: nera, verdone, verde, "sigillati" entro una circuitazione bianco-grigio perla. La tonalità coloristica non presenta dissonanze cromatiche, è piacevole e inquietante a un tempo; ciò per il cangiamento della superficie - che ordinariamente, così come in ogni fluido, è tonalmente omogena - e per il moltiplicarsi dei geometrismi assimilati nell'opera. In pittura, due grandi, intesero il senso di questi "continuum" ossessivi, "affogati" in un insieme apparentemente equilibrato nelle sue "quinte di fondo". Primo fu Giuseppe Capogrossi, poi Antonino Virduzzo. I due, nella storia dell'arte, percorsero un lungo tratto in modo esemplarmente omogeneo, anche se distinto e distante nelle "proiezioni future", che da quello presero origine. Accomuna i due ciò che sembra qui riemergere in quest'opera: una forza eccezionale nell'affermazione della ripetitività d'ogni qualità materiale, fino all'ossessione d'una "congrua maledizione" d'un vissuto a isole, a lembi materici, privi d'ogni senso se non quello del loro divenire continuo in una sorta di replica di sè. L'essere racchiuso entro quei lembi non sfugge ad essi essendo illuso della loro "bontà" e "totalizzazione" (il bianco che racchiude le isole è appunto il segno della "purezza illudente" ).
Se è vera l'asserzione che "forma dat esse rei" (la forma dà l'essenza dell'ente) può intanto dirsi che l' "apparente" della tua opera è ricco di qualità formali e narrative.

ps. Ricordo d'uno che mi disse di non aver affatto inteso che un suo buon lavoro possedesse le qualità che io in esso scorgevo. Ovviamente gli risposi che sarebbe un bel guaio se i padri si mettessero a capire i figli...
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d.kalle
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MessaggioInviato: Lun 13 Ott, 2008 9:44 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Grazie Giorgio.
Del resto la tua interpretazione va al di la' di quello che, personalmente per quanto prefisso, e' stato pensato e sviluppato come un lavoro prettamente grafico che mi ero imposto e che mi ha impegnato per ca. 3 anni.
Il risultato e' andato oltre le piu' rosee aspettative tant'e' che, a fronte di 5 mostre itineranti nel Veneto (ma , perche' no, anche prossimamente in altre citta'), a richiesta di un docente, alcune immagini saranno inserite in un testo universitario della facolta' di Design e Arti dell'Universita' di Venezia.
Una soddisfazione che ripaga un lavoro talvolta pesante, soprattutto per la mia famiglia, grazie anche ai contributi come i tuoi.

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giorgio
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MessaggioInviato: Lun 13 Ott, 2008 10:00 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

d.kalle ha scritto:
.,.. e' stato pensato e sviluppato come un lavoro prettamente grafico che mi ero imposto e che mi ha impegnato per ca. 3 anni. Il risultato e' andato oltre le piu' rosee aspettative tant'e' che, a fronte di 5 mostre itineranti nel Veneto (ma , perche' no, anche prossimamente in altre citta'), a richiesta di un docente, alcune immagini saranno inserite in un testo universitario della facolta' di Design e Arti dell'Universita' di Venezia....


Sono lietissimo per te, auguri vivissimi !. E sono un poco contento anche per me, perchè nonostante i miei tanti anni la tua premurosa replica significa che non ho ancora perso il "fiuto" che m'ha guidato per decenni e decenni nel riconoscere "aria d'arte" là dove essa colmava il pieno del mio respiro.
Complimenti. La tua è davvero un'opera interessantissima !
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d.kalle
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MessaggioInviato: Mar 14 Ott, 2008 9:18 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Grazie molte!
Le autocelebrazioni comunque non fanno parte del mio modo di interpretare la fotografia e percio'.......resto in attesa anche di altre interpretazioni! Grazie. Ciao

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