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L'ora del riposino
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di batstef
Ven 11 Dic, 2020 7:43 pm
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Autore Messaggio
batstef
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MessaggioInviato: Ven 11 Dic, 2020 7:44 pm    Oggetto: L'ora del riposino Rispondi con citazione

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Arnaldo A
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MessaggioInviato: Sab 12 Dic, 2020 12:29 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Un riposino non tanto rilassante.. Ottima composizione sia per luce e nitidezza. Ok! Ciao
Arnaldo

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batstef
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MessaggioInviato: Dom 13 Dic, 2020 7:30 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Grazie Arnaldo per il passaggio Ciao
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pamar
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MessaggioInviato: Mar 15 Dic, 2020 10:58 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Pur nella crudezza del locale e nel suo essere abbandonato, sporco e con i muri scrostati mi sono balzati all'occhio, per primi, altri due connotati. per primo la perfezione realizzativa della fotografia: simmetrie, ortogonalità, cura delle luci e dosaggio delle ombre. Un plauso all'autore, cosa non semplice o automatica. Seconda cosa: mi lascia un poco perplesso la perfetta e geometrica disposizione di brande e comodini nel locale...forse questa perfezione risulta anomala pensando alla tipologia di ambiente. Certo, tale perfezione costruisce la scena, ma forse risuona troppo contrastante con l'ambientazione.

Marco

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batstef
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MessaggioInviato: Mer 16 Dic, 2020 6:22 am    Oggetto: Rispondi con citazione

pamar ha scritto:
Pur nella crudezza del locale e nel suo essere abbandonato, sporco e con i muri scrostati mi sono balzati all'occhio, per primi, altri due connotati. per primo la perfezione realizzativa della fotografia: simmetrie, ortogonalità, cura delle luci e dosaggio delle ombre. Un plauso all'autore, cosa non semplice o automatica. Seconda cosa: mi lascia un poco perplesso la perfetta e geometrica disposizione di brande e comodini nel locale...forse questa perfezione risulta anomala pensando alla tipologia di ambiente. Certo, tale perfezione costruisce la scena, ma forse risuona troppo contrastante con l'ambientazione.

Marco


Ciao Marco e grazie per il tuo intervento, come sempre interessante e ricco di contenuti su cui riflettere. Vengo subito al punto, ovvero alle tue perplessità. Senza troppi giri di parole: la scena è esattamente come me la sono trovata davanti, nulla è stato toccato o spostato. Eppure sicuramente è stata costruita da qualcuno.
Il vero aspetto di un luogo in stato di abbandono, nel 90% dei casi è il caos. Gli armadi ed i cassetti sono aperti, oggetti e vestiti sono ovunque gettati alla rinfusa... I ladri arrivano sempre per primi, alla ricerca di oggetti preziosi o che comunque abbiamo un qualche valore.
Poi arrivano i fotografi e le cose cambiano. Le tavole appaiono imbandite come se il pranzo fosse imminente (o appena terminato), le stanze vengono ripulite e gli oggetti (quelli rimasti) strategicamente posizionati in modo accattivante. Nell'ambiente urbex è famosa una scuola con un mappamondo posizionato su una cattedra. La trovi anche nella mia galleria. Ho scoperto qualche tempo fa che questa aula era completamente vuota e banchi, libri e sedie sono stati tutti prelevati e successivamente collocati. Tornando a questa foto immagino che le brandine fossero in qualche scantinato prima di essere simmetricamente disposte nella stanza.
In queste situazioni io, che non sono solito spostare o abbellire, di solito sorrido pensando alla"arredatore" di turno (alcuni li conosco anche personalmente) e scatto. Alla fine, come diceva qualcuno "it's only rock'n'roll but I like It"
Grazie per fornire sempre interessanti spunti di discussione e buona giornata Ciao

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pamar
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MessaggioInviato: Mer 16 Dic, 2020 12:18 pm    Oggetto: Rispondi con citazione

Ciao batstef. Ti ringrazio per la risposta. Quanto dici l’avevo intuito. Forse ne avevamo addirittura parlato sul forum. Premetto che io non sono per nulla contrario alla “preparazione” di una scena in modo che renda la fotografia più intrigante. Alla fine si viaggia in parallelo (chiaramente solo per alcuni versi) con la fotografia still life. Quanto appare in immagine difficilmente rappresenta pari pari l’oggetto raffigurato, ma c’è sempre e comunque una certa operazione atta a conferirgli un certo appeal. Tra le altre cose non si è in ambito giornalistico o di cronaca dove è tassativa la veridicità di quanto riportato (anche se di per sé la fotografia difficilmente è al 100% riproduzione fedele della realtà delle cose….ma questo è un discorso lungo, complesso…lasciamo stare). In ambito di archeologia urbana vi è la tendenza ad “adattare” il soggetto alla successiva fotografia e, come detto, ci sta anche perché sicuramente, come tu hai detto, si vorrebbe un appeal sia estetico che di interesse maggiore. Fare immaginare un abbandono improvviso ed un luogo rimasto congelato che ha affrontato solo le incurie ed il logorio del tempo rende tutto senza dubbio di un fascino unico. Subentra anche l’elemento mistero, che porta il fruitore a chiedersi cosa possa essere capitato, di tanto improvviso, da spingere le persone ad andarsene lasciando tutto come si trovava.
Quanto, a volte, trovo un minus in questa prassi, è l’eccessiva cura e precisione adottata. Anche senza riflettere su quanto ci hai rammentato (opera dei ladri, tutto a soqquadro, cose rotte o sparpagliate), riflettendo un attimo ci si scontra con la lampante non veridicità di alcuni dettagli. Dettagli che pure in una struttura attuale e vissuta non sarebbero tanto ordinati. Subentra allora una sensazione di “anomalo” che impatta con la tipologia della fotografia stessa. Concludendo ribadisco di non essere per nulla contrario ad interventi adattativi in tale ambito; solamente auspicherei che tali interventi siano fatti in modo da ottenere scene accattivanti ma non palesemente costruite e troppo lontane dalla vera condizione dettata dal tempo e dai fatti.

Marco

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